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Primo Maggio, Daniele Silvestri: “Non dimentichiamo Taranto, non c’è competizione”

Il cantautore romano accoglie, come aveva fatto nei giorni scorsi, con molto piacere la proposta di un concertone alternativo del Primo Maggio. Il suo pensiero principale va a Taranto e alla vicinanza che dovremmo dimostrare a questa città, sofferente forse più di tutte le altre.
A cura di Andrea Parrella
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Daniele Silvestri ha presenziato sul palco del Primo Maggio per suonare la canzone che ha portato quest'anno a Sanremo, nel tentativo di sensibilizzare gli ascoltatori e gli spettatori allo studio del LIS. Come si può ricordare A Bocca Chiusa veniva tradotto simultaneamente nel linguaggio dei segni, mentre eseguiva il pezzo al piano. Questa sera, aveva premesso che non avrebbe proposto altri pezzi che questo. Ed è stato così. Il cantautore romano, pur essendo rimasto per pochi minuti davanti al pubblico, è riuscito a creare un gran bel momento di enfasi e comunicazione col pubblico. Dopo aver terminato l'esibizione, ha chiesto al pubblico di regalare a coloro che l'avevano accompagnato sul palco un applauso silenzioso.

Ma la premessa dell'esibizione stessa è valsa tutto quanto il cantante romano aveva già anticipato nella giornata di ieri, tramite la sua pagina Facebook, in un posto nel quale aveva voluto precisare quanto appoggiava l'operazione di Michele Riondino a Taranto, per la giornata del Primo Maggio. E così, prima dell'inizio dell'esibizione, Daniele Silvestri si è limitato a dire quanto segue: "Noi non ci dimentichiamo di Taranto, non c'è alcuna competizione, nessuna gara". Faceva ovviamente riferimento alla presunta rivalità venutasi a creare tra l'organizzazione dell'istituzionale organizzazione del Concertone di Piazza San Giovanni e del controconcertone della città dell'Ilva. Una rivalità scacciata, oggi stesso, anche da Geppi Cucciari sul palco, che ci ha tenuto a salutare l'attore Riondino e tutti coloro che avessero preso parte alla manifestazione di Taranto. Un segnale è venuto questo pomeriggio anche da Elio e Le Storie Tese, con una bellissima gag nella quale lasciavano intendere di aver preferito Roma solo perché era stato il primo invito ricevuto.

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