128 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Polemiche su Annalisa e Mon Amour: inutile demonizzare TikTok, una delle nuove strade per il pop

Negli scorsi giorni, la polemiche sulle scelte musicali di Annalisa con i brani Bellissima e Mon Amour, hanno aperto la discussione sul loro valore artistico.
A cura di Vincenzo Nasto
128 CONDIVISIONI
Annalisa, foto Comunicato Stampa
Annalisa, foto Comunicato Stampa

Negli ultimi giorni si è aperta un’infuocata discussione sull’influenza dell’algoritmo TikTok nelle scelte stilistiche e melodiche da parte dei cantanti italiani. Un fenomeno non proprio recente, soprattutto per la nuova scena urban italiana, che è esplosa grazie al fenomeno Bando, brano del 2020 di Anna. Da allora, il mercato discografico si è adattato alla mano invisibile di TikTok, sia nella distribuzione, che nella promozione dei singoli e degli album, ma anche nella ricerca di un suono che fosse adatto al pubblico della stessa piattaforma. Un articolo del giornalista Gino Castaldo su l’Espresso ha però sottolineato come il fenomeno non sia legato solo al mondo urban, in testa alle classifiche, ma anche al filone pop che sta cercando di aprirsi alle dinamiche di TikTok.

Al centro della discussione sembra esserci Annalisa e l'analisi di come TikTok abbia iper-performato nella distribuzione, e soprattutto nel successo di Bellissima. Una visione testimoniata dai numeri sulla piattaforma: 640mila video che utilizzano il ritornello del brano come suono in sottofondo. Da settimane su Twitter molti utenti presentavano analisi, rispettate da una larga fetta di pubblico, che vedeva nei risultati conseguiti da Bellissima il rovescio della medaglia, l'impoverimento dell'arte per una maggiore distribuzione dei suoi brani. Ma non è solo Bellissima il target dell'analisi, anzi sembra che il nuovo singolo della cantante, Mon Amour, sia stato tacciato di aver seguito le stesse dinamiche musicali per bissare il successo.

Sulla questione è intervenuto, poche ore dopo, smuovendo ancora di più la discussione nata su Twitter, Virginio Simonelli. Il cantante, che ha esordito nel 2006 al Festival di Sanremo nella categoria Giovani con il brano Davvero, per poi partecipare alla decima edizione di Amici di Maria De Filippi, ha pubblicato un tweet che sembrava proprio indirizzato alla cantante di Mon Amour: "Essere Artisti è una cosa difficile e richiede sacrifici, lo capisco. Bisogna considerare la musica una missione, non solo qualcosa che ci fa tanto divertire. Non seguite le mode a tutti i costi per un po’ di popolarità, ma siate voi stessi e tutto arriva. Questo è il successo". Per adesso, non sembra esser arrivata alcuna risposta dalla cantante, che nel frattempo si sta godendo l'ampia distribuzione sulla piattaforma di Mon Amour, che ha superato 80mila video con il suono in sottofondo.

Le polemiche su Twitter accendono, però, i riflettori su un aspetto centrale dell'evoluzione discografica: la forma canzone. Siamo nel pieno di un periodo in cui l'ascolto si sta evolvendo, dal pubblico digitale alla moltitudine di contenuti extra-narrativi che gli artisti propongono nel loro racconto, non solo musicale. Una scelta di fidelizzazione con il proprio pubblico – parliamo sia dei fan ma anche di quello da "avvicinare" –, che sta cercando di riformarsi, andando ancora oltre le dinamiche dell'urban in Italia, che già dal 2016 ha sperimentato e fatto della comunicazione il proprio fabbisogno artistico. La scena pop italiana sta cercando di restaurare un rapporto con il pubblico più giovane non solo con una massiccia presenza social, ma sperimentando anche una forma canzone che sia adatta a un pubblico più ampio, a piattaforme che permettano di migliorare la distribuzione, e di conseguenza, il successo musicale di un brano.

Questo non vuol dire rileggere la propria natura musicale in funzione delle piattaforme: come in passato, la musica e la forma canzone si sono adattate all'evoluzione del proprio pubblico. E le stesse piattaforme, sono solo una delle strade che ogni cantautore può percorrere ed esplorare, un ulteriore stimolo a mettersi in gioco ed entrare in un universo con logiche diverse rispetto al passato. Sarebbe limitante per gli artisti dover affrontare il pregiudizio sulla mancanza di arte nell'utilizzare strutture musicali diverse nell'atto creativo. Forse siamo ancora agli arbori di una nuova strada, ma la musica, come in passato, si adatterà anche a questo nuovo vestito: una diversa visione della forma canzone, che porterà a buoni episodi musicali come a tentativi discutibili.

128 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views