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Polemiche contro Rolling Stone: in copertina l’attentatore di Boston

Si apre il dibattito sulla scelta del magazine musicale americano di dedicare la prossima copertina del giornale al ragazzo accusato dell’attentato di Boston.
A cura di Francesco Raiola
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Sta facendo molto discutere quella che sarà la copertina del prossimo numero di Rolling Stone in uscita il 3 agosto. La cover, infatti, sarà dedicata a Dzhokhar Tsarnaev, accusato della strage di Boston in cui persero la vita 3 persone. Proprio a pochi giorni dalla sua dichiarazione di non colpevolezza, il noto mensile musicale americano ha svelato la copertina del nuovo numero, solitamente dedicata a musicisti e attori famosi. Nonostante la spiegazione data dalla rivista che, in questi mesi, ha fatto un lungo lavoro di ricostruzione della vita del ragazzo, intervistando dozzine di fonti – compagni di classe, insegnanti, vicini etc – e chiedendosi come "uno studente popolare e promettente sia stato respinto dalla propria famiglia, è caduto nelle maglie dell'Islam radicale ed è diventato un mostro", le critiche non mancano.

L'immagine di Tsarnaev non è originale, ma è un autoscatto abbastanza utilizzato nei mesi passati, quando si è parlato del ragazzo (e del fratello, presunto complice, ucciso durante la caccia all'uomo). Le critiche al giornale vengono soprattutto perché quella foto è accusata di poter generale un effetto contrario rispetto a quello, immaginiamo, voluto, ovvero rendere "l'attentatore" affascinante, glamour. Un problema che nel giornalismo si pone spesso, soprattutto quando si parla di casi simbolo. Già una volta, però, Rolling Stone aveva avuto un personaggio accusato di una strage in copertina: Charles Manson.

Qual è, quindi, il confine da non poter superare? Quale l'importanza e la potenza iconografica in un caso del genere? Non esiste una risposta univoca e nel tempo abbiamo imparato come il confine tra diritto di cronaca e mera curiosità sia labile. Tutto questo gran parlare che si fa, sia chiaro, però, non incide su quello che è il contenuto dell'articolo che ancora nessuno ha letto. Forma e sostanza e forma che, talvolta, diventa sostanza. Le critiche continueranno, poi si placheranno fino alla prossima cover scandalosa, quello che rimarrà, però sarà l'ennesima polemica che non troverà soluzione o univocità e un reportage che a breve capiremo se valeva le critiche.

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