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Perché è giusto che Il Volo abbia vinto Sanremo 2015

Il Volo ha vinto l’ultima edizione del Festival di Sanremo, perché, dicono, l’ha voluto il popolo, alla faccia delle critiche. Hanno scatenato molte polemiche, ma ecco perché è giusto che in questo 2015 Il Volo abbia vinto la principale passerella della tv italiana.
A cura di Francesco Raiola
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"Non vedevamo l'ora di far vedere agli italiani chi eravamo, ma le critiche non sono state clementi nei nostri confronti. Il fatto però che siamo qui significa che il popolo è dalla nostra parte", così Gianluca Ginoble, uno dei tre componenti de Il Volo, ha salutato la vittoria del Festival di Sanremo 2015. Una frase polemica e un po' infelice che ha fatto discutere, anche perché ricorda molto da vicino una comunicazione politica di cui non si sente la mancanza. Però, polemiche a parte, Ginoble non ha tutti i torti. In fondo è l'Italia, una porzione dell'Italia almeno, quella sanremese, che li ha voluti vincitori della più importante (che piaccia o meno) passerella musicale del Paese. E Il Volo – a 21 anni dal successo (tra le "Nuove proposte") di Andrea Bocelli con "Il mare calmo della sera" – rappresenta alla perfezione l'immagine del Paese che siamo.

È giusto che abbia vinto Il Volo perché rappresenta la Rai, organizzatrice del festival, nonché coloro che tramite "Ti lascio una canzone" hanno dato il la alla loro carriera e dopo anni di Amici (sì, c'è stato anche un X Factor), segnano il ritorno della vittoria in casa Rai e questo non poteva che far piacere nell'anno in cui a condurlo è stato il conduttore, ad oggi, più rappresentativo della rete.

È giusto che abbiano vinto in un Paese che guarda spesso al passato che era migliore, ma con quel senso paternalistico verso i suoi figli. Non meraviglia, quindi, che tra i 20 di Sanremo abbiano vinto tre ragazzi che rappresentano "il Belcanto che da sempre esportiamo con successo in tutto il mondo e che è diventato la rappresentazione sonora di quello che siamo al di fuori del confine di Chiasso", come scrive Giulia Blasi. I tre, infatti, sono molto famosi all'estero, dove la musica italiana è, al massimo dance, pop (in salsa latina) o, appunto, lirica e infatti i tre ragazzi sono tra i pochi italiani che sono riusciti a fare capolino nella Top 200 (la classifica degli Album) di Billboard. Non importa che in Italia la lirica, benché sia uno dei pochi comparti col segno "+" al botteghino, sia un genere per pochi, poco valorizzato (basti vedere la continua discussione sulla crisi dei Teatri lirici) e visto da molti come "vecchio".

È giusto che Il Volo abbia vinto perché rappresenta alla perfezione le contraddizioni di un'Italia che ha ricominciato a comprare musica (o ascoltarla in streaming), ama la grandeur italiana all'estero, ma considera la lirica un comparto di nicchia buono giusto a vantarsi nel mondo. E, in fondo, è giusto perché ci rappresenteranno proprio in una delle trasmissioni più viste d'Europa, visto che saranno loro i concorrenti che l'Italia manderà all'Eurovision Song Contest per cercare di portare la competizione in Italia nel 2016.

È il popolo che li ha voluti, quel popolo che, a giorni, sapremo se comprerà o meno "Sanremo grande amore", il loro disco che rivisita celebri brani della storia del Festival e che per ora fa capolino tra i primi posti di iTunes. Quel popolo rassicurato da facce giovani, testi innocui e amori per sempre.

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