Perché è giusto che Il Volo abbia vinto Sanremo 2015
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"Non vedevamo l'ora di far vedere agli italiani chi eravamo, ma le critiche non sono state clementi nei nostri confronti. Il fatto però che siamo qui significa che il popolo è dalla nostra parte", così Gianluca Ginoble, uno dei tre componenti de Il Volo, ha salutato la vittoria del Festival di Sanremo 2015. Una frase polemica e un po' infelice che ha fatto discutere, anche perché ricorda molto da vicino una comunicazione politica di cui non si sente la mancanza. Però, polemiche a parte, Ginoble non ha tutti i torti. In fondo è l'Italia, una porzione dell'Italia almeno, quella sanremese, che li ha voluti vincitori della più importante (che piaccia o meno) passerella musicale del Paese. E Il Volo – a 21 anni dal successo (tra le "Nuove proposte") di Andrea Bocelli con "Il mare calmo della sera" – rappresenta alla perfezione l'immagine del Paese che siamo.
È giusto che abbia vinto Il Volo perché rappresenta la Rai, organizzatrice del festival, nonché coloro che tramite "Ti lascio una canzone" hanno dato il la alla loro carriera e dopo anni di Amici (sì, c'è stato anche un X Factor), segnano il ritorno della vittoria in casa Rai e questo non poteva che far piacere nell'anno in cui a condurlo è stato il conduttore, ad oggi, più rappresentativo della rete.
È giusto che abbiano vinto in un Paese che guarda spesso al passato che era migliore, ma con quel senso paternalistico verso i suoi figli. Non meraviglia, quindi, che tra i 20 di Sanremo abbiano vinto tre ragazzi che rappresentano "il Belcanto che da sempre esportiamo con successo in tutto il mondo e che è diventato la rappresentazione sonora di quello che siamo al di fuori del confine di Chiasso", come scrive Giulia Blasi. I tre, infatti, sono molto famosi all'estero, dove la musica italiana è, al massimo dance, pop (in salsa latina) o, appunto, lirica e infatti i tre ragazzi sono tra i pochi italiani che sono riusciti a fare capolino nella Top 200 (la classifica degli Album) di Billboard. Non importa che in Italia la lirica, benché sia uno dei pochi comparti col segno "+" al botteghino, sia un genere per pochi, poco valorizzato (basti vedere la continua discussione sulla crisi dei Teatri lirici) e visto da molti come "vecchio".
È giusto che Il Volo abbia vinto perché rappresenta alla perfezione le contraddizioni di un'Italia che ha ricominciato a comprare musica (o ascoltarla in streaming), ama la grandeur italiana all'estero, ma considera la lirica un comparto di nicchia buono giusto a vantarsi nel mondo. E, in fondo, è giusto perché ci rappresenteranno proprio in una delle trasmissioni più viste d'Europa, visto che saranno loro i concorrenti che l'Italia manderà all'Eurovision Song Contest per cercare di portare la competizione in Italia nel 2016.
È il popolo che li ha voluti, quel popolo che, a giorni, sapremo se comprerà o meno "Sanremo grande amore", il loro disco che rivisita celebri brani della storia del Festival e che per ora fa capolino tra i primi posti di iTunes. Quel popolo rassicurato da facce giovani, testi innocui e amori per sempre.