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Covid 19

“Per i concerti rimandati nessun rimborso, ma la gente è tranquilla” dice Lionetti, AD di Ticketone

“Sono in pochi a comprare ancora biglietti, ma c’è voglia di normalità” spiega Stefano Lionetti, Amministratore delegato di TicketOne, il quale cerca di mantenere un cauto ottimismo sul futuro del comparto della musica live. Lionetti spiega che si attendono indicazioni precise, ma è cautamente ottimista, sperando che in autunno sia già possibile riorganizzare qualcosa.
A cura di Francesco Raiola
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Pubblico in fila al Loolapalooza di Berlino (Alexander Koerner/Getty Images for Lollapalooza Berlin)
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I biglietti per i concerti rimandati a causa del Covid-19 non saranno rimborsati, spiega Stefano Lionetti, Amministratore delegato di TicketOne, il quale, però, cerca di mantenere un cauto ottimismo sul futuro. Il settore della musica dal vivo – e degli eventi live in generale – è crollato, sono pochissimi coloro che ancora comprano biglietti, e lo fanno, soprattutto, per gli eventi che sono programmati per l'autunno, confidando che qualcosa possa riprendersi. "Le vendite sono di piccole unità e riguardano i tour spostati verso l'autunno, qualche speranzoso consumatore prende ancora qualche biglietto" dice Lionetti, il quale, però, sente da parte del pubblico una voglia di normalità. Per ora  è soddisfatto delle prime mosse del Governo, ma come tutti è alla finestra, in attesa di capire che piega prenderà la situazione: "Contiamo che nell'autunno si possa ricominciare a fare qualcosa, è chiaro che la parte estiva, come dice anche Tiziano Ferro, è un grandissimo punto di domanda".

Qual è la situazione per quanto riguarda la questione biglietti in un panorama non ancora chiaro ma che vede rinvii e cancellazioni?

Investiti da questo ciclone, all'inizio abbiamo dovuto adattarci, navigare un po' a vista. Allo stato attuale c'è stata questa iniziativa positiva nel Cura Italia che ha anche facilitato l'industria della musica e dello spettacolo dandole la possibilità di emettere voucher e poter rinviare con formule aperte quelle che erano iniziative già in corso – iniziativa, tra l'altro, che è stata copiata un po’ da tutta Europa. In un contesto in cui siamo abituati a vendere cento e annullare uno adesso siamo nella condizione di dover annullare o rinviare cento e vendere meno di uno, per questo stiamo adattando i nostri software e mettendo a sistema alcuni cambiamenti.

Quanta indecisione vede intorno a lei?

Guardi, in questi giorni stiamo ricevendo tutte le istanze di rimborso, e cercando di rispondere alle richieste di chi cerca di capire cosa succederà. Sul 100% di quello che stiamo muovendo in questi mesi prima dell’estate, un terzo viene rinviato un terzo viene rinviato, un po' meno di un terzo va verso i voucher, ma una parte consistente è ancora indecisa perché anche le produzioni, i rapporti contrattuali e le pianificazioni devono trovare una loro strada e delle risposte che non sempre ci sono.

C'è gente che ancora acquista biglietti per i prossimi mesi?

Sostanzialmente no, le vendite sono di piccole unità e riguardano i tour spostati verso l'autunno, qualche speranzoso consumatore prende ancora qualche biglietto, ma le vendite sono sostanzialmente bassissime. Abbiamo il sentore, però, che si sia voglia di ripartire e tornare a una vita normale. Sappiamo tutti che il nostro settore, che ha delle difficoltà intrinseche, sarà uno degli ultimi a riaprire, perché chiaramente è un settore di forte aggregazione sociale, però sentiamo che la gente vuole tornare a unirsi.

Voi vi state organizzando più prendendo in considerazione l’idea di Macron di riaprire a metà luglio o pensate più all’autunno 2021?

Diciamo che ci stiamo muovendo a metà strada, contiamo che nell'autunno si possa ricominciare a fare qualcosa. E’ chiaro che la parte estiva, come dice anche Tiziano Ferro, è un grandissimo punto di domanda, attualmente, ma non è detto che qualcosa non si salvi. Ovviamente siamo tutti legati all'evoluzione della situazione. In realtà sembra un'infinità di tempo, ma alla fine è passato un mese e deve passarne un altro, che potrebbe essere quello buono. A quel punto bisogna cercare di capire come si evolve la cosa anche a livello di dispositivi di protezione individuale. Io credo che in questo senso, sia noi che Assomusica cercheremo presto di entrare in contatto con la famosa task force governativa e discutere insieme quali potranno essere gli scenari. Penso che la situazione passi un po' di lì benché il Governo oggi si stia occupando di cose un po' più grosse e forse anche più importanti.

Voi vi state interfacciando anche con omologhi internazionali, per intraprendere una strada comune?

Sì, certo, però la situazione è molto di attesa: nessuno ha ancora definitivamente rinunciato alla speranza che in qualche mese si possa iniziare a fare qualcosa, quindi siamo tutti alla finestra e stiamo ragionando. Noi che facciamo un po' tutto, vediamo con una piccola luce di speranza, ad esempio, la decisione della Cina di permettere le visite alla grande muraglia: noi trattiamo anche musei e cultura in senso più ampio e lì c'è un po' più di compatibilità perché si può entrare separati, mantenendo il distanziamento quindi in quel settore già si può pianificare qualcosa. Però non si può pensare di avere un grande distanziamento sociale all'interno di un concerto.

Per quanto riguarda i rimborsi la situazione qual è? Si potranno richiedere rimborsi per eventi cancellati?

Su quelli che sono spostati, il biglietto rimane valido, sia da un punto di vista sostanziale che da un punto di vista normativo. La reazione del pubblico nei confronti degli spostamenti dei concerti, però, è molto tranquilla e pacata. L'iniziativa è tutta nel trattenere il respiro per questi mesi, cercando di tenere integra un'industria, però, senza trovarsi alla fine del periodo con i cocci in mano, perché dovremmo affrontare perdite in tutta una parte che riguarda il settore culturale. Un settore che comunque movimenta passioni, turismo, spostamenti etc. Bisogna arrivare alla fine di questo sfortunatissimo periodo con un'industria che possa ancora funzionare. È chiaro che qualche coccio ci sarà, ma l'idea è di cercare di non perdere tutto quello che è stato costruito prima, perché ci sono lavoratori, know how, industria e poi c'è la clientela, agli artisti. Sarà uno dei cardini della ripresa.

La sento abbastanza ottimista, insomma, speranzoso in una ripresa veloce…

Velocissima no, ma è in quella direzione che dobbiamo andare. Io non sono di mio un ottimista, siamo molto prudenti e valutiamo anche gli scenari peggiori, però è vero quello che si dice: pure nella disgrazia che ci è capitata, il mondo continuerà e chissà che non possa anche andare meglio di quelli che sono gli scenari peggiori.

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