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Paul McCartney contro John Lennon: “Un martire, e non fece sempre cose eccelse”

Paul McCartney è tornato sui Beatles e sul suo rapporto con John Lennon che, dice il cantante, dopo la morte divenne un martire, portando la gente a identificare lui con la band: “È stato frustrante”
A cura di Francesco Raiola
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In una lunga intervista data ad Esquire Sir Paul McCartney è tornato a parlare di John Lennon e della band che l'ha reso il mito che oggi è. In tanti hanno provato a paragonarvisi – dagli Oasis ai One Direction (sic! Chiedere a Harry Styles) – ma nessuno fino ad ora ha potuto ricalcare le orme del quartetto di Liverpool, che la Storia della musica l'ha scritta veramente. Ci tiene a ribadirlo lo stesso McCartney che, parlando con la rivista, ha affrontato diversi argomenti, anche polemici, che lo hanno visto confrontarsi con Lennon, il quale, suo malgrado, a causa della morte prematura, è diventato un martire e, a torto, l'emblema della band.

Nessuno ha fatto quello che hanno fatto i Beatles

Contestualizzando il periodo McCartney ha voluto ribadire come tutti e 4 fossero ottimi musicisti e come scrivessero i pezzi da sé:

Siamo usciti in un periodo molto florido, ma non dimenticate, quei 4 ragazzini erano fottutamente bravi. Nominatemi un altro gruppo formato da 4 tali che hanno fatto quello che hanno fatto i Beatles. Le competenze, l'intelligenza, l'acume di Lennon, la melodia di McCartneym la spiritualità di Harrison e lo spirito di Ringo, gran batterista.

Lennon martire, ma ingiusto identificarci solo con lui

La morte prematura di John Lennon fu un colpo per tutti, dagli amici ai fan e per tutto il mondo della musica. I Beatles non esistevano più e tutti quanti avevano cominciato ad affrontare percorsi solisti, ma la morte di John cambiò un po' di cose, soprattutto se rapportato all'immaginario collettivo. Lo dice McCartney, spiegando che

Quando John fu sparato, a parte il puro orrore del fatto, la cosa persistente fu che ‘Ok, bene, ora John è un martire. Un JFK'. Ho iniziato ad essere frustrato perché la gente cominciava a dire: ‘Bene lui era i Beatles'. E io, George e Ringo dicevamo: ‘Ehi, aspettate, solo un anno fa eravamo tutti uguali'.

McCartney ammette che anche dopo i Beatles Lennon fece un grande lavoro, ma fece anche cose non all'altezza, e la morte lo elevò a una sorta di James Dean ‘e oltre'. A quel punto, insomma, cominciò una sorta di revisionismo che portò la gente a identificare il cantante col gruppo, cosa che il baronetto giudica ingiusto.

Lennon/McCartney o McCartney/Lennon?

Un altro aspetto interessante e curioso dell'intervista era la firma dei pezzi: Lennon/McCartney o viceversa? Ci fu una piccola battaglia tra i due per decidere quale dei due nomi avrebbe dovuto essere scritto prima nei credits delle canzoni:

Avemmo un incontro con Brian Epstein [il manager della band, ndr], ma arrivai tardi e John e Brian avevano parlato. ‘Stavamo pensando che dovremmo scrivere Lennon e McCartney' e io risposi: ‘Ok, ma che ne pensate di McCartney e Lennon?'. Loro dissero ‘Ok, che ne pensi se alterniamo: Lennon e McCartney, McCartney e Lennon'. Ma questo non avvenne e non me ne preoccupai più.

Questa decisione, però, creò anche paradossi, come per ‘Yesterday', che non fu scritta da Lennon, ma apparve con una foto di Lennon e il suo nome scritto per primo.

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