Parla il cardiologo di Pino Daniele: “La sua vita era appesa a un filo”
La morte di Pino Daniele ha gettato nello sconforto e nella tristezza gli appassionati di musica italiani e, in particolare, tutto il popolo napoletano (la città è ufficialmente a lutto). Sembra arrivata come un fulmine a ciel sereno. Per la verità, sulla base delle parole pronunciate dal suo cardiologo all'Adnkronos, Pino Daniele soffriva di problemi di salute piuttosto seri ed endemici, destinati solo a peggiorare. Ha fatto molto discutere il lunghissimo tempo trascorso dall'avvertimento del malore al ricovero in ospedale effettivo, visto che il cantante stesso, sentitosi male nella sua casa in Maremma, ha deciso di farsi portare in automobile a Roma, proprio per vedere lo specialista di fiducia. Il fratello del cantante, per questo motivo, ha affermato che se il musicista si fosse recato presso la struttura ospedaliera di Grosseto, probabilmente si sarebbe potuto salvare.
Un'interpretazione della vicenda che, alla luce di quanto afferma il cardiologo del cantante, Achille Gaspardone, Direttore della Uoc di Cardiologia all’Ospedale Sant'Eugenio, non starebbe in piedi. Amico della famiglia da 20 anni, ha tristemente descritto il decorso della nottata: "Grazie alla tecnologia degli stent Pino Daniele ha, in pratica, guadagnato quasi 30 anni. A 30 anni, infatti, ha messo il primo bypass a causa di una malattia congenita. E nel tempo si sono susseguiti altri interventi. La sua situazione era gravissima, anche se dall'esterno non si percepiva è arrivato già morto al Sant’Eugenio di Roma. Nonostante questo sono state tentate le manovre di rianimazione, ma non c’è stato nulla da fare". Quindi la smentita alle polemiche:
Non capisco tutte queste polemiche. Quando Pino Daniele ha avuto il malore è stato chiamato il 118, che comunque l'avrebbe portato in un ospedale di zona, non si sa se attrezzato per intervenire. Mi è stato riferito che l'ambulanza ha impiegato una mezz'ora ad arrivare, considerate anche le peculiarità del luogo. Con l'auto, al di là di tutto, alle 22,25 circa il paziente era in ospedale, dove sono state fatte tutte le manovre di rianimazione, ma Pino Daniele era già morto
Il cardiologo parla coscientemente di una malattia congenita che aveva portato Pino Daniele ad avere un rischio di morte altissimo: "In un caso su due si muore subito. La sua vita era appesa a un filo. Un unico vaso vascolarizzava tutto il cuore, una volta che questo ha ceduto non c'è stato nulla da fare".