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Paolo Nutini torna dopo otto anni: “Ho superato momenti difficili, oggi sono felice”

Paolo Nutini è tornato, a 8 anni da Caustic Love, con il nuovo album “Last night in the Bitterwseet”. Fanpage.it lo ha raggiunto per parlarne.
A cura di Francesco Raiola
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Paolo Nutini (foto di Shamil Tanna)
Paolo Nutini (foto di Shamil Tanna)

Quando abbiamo raggiunto Paolo Nutini al telefono aveva già suonato in un paio di date in Italia ed era entusiasta dell'accoglienza e di come erano andati i primi concerti: "Ho sentito l'amore del pubblico e spero di aver ricambiato" ci dice al telefono quando lo raggiungiamo per farci raccontare come nasce "Last night in the Bitterwseet", ultimo l'album del cantautore scozzese che arriva otto anni dopo "Caustic Love". Un tempo lungo che il cantautore si è preso per scrivere tante canzoni e scegliere le più adatte per raccontarsi in questo momento, dopo la pandemia che da una parte lo ha colpito e dall'altra gli ha fatto comprendere quanto sia – e sia stato – fortunato. "Last night in the Bitterwseet" è un album variegato, ispirato come attitudine al Motorik, ritmica usata dal krautrock, ma che al suo interno non si fa mancare sventagliate rock, suoni à la Robert Wyatt e soprattutto ballad in cui si ritrovano le sonorità che hanno fatto di Nutini una star internazionale.

Hai sentito un po' di pressione per questo ritorno?

C'è sempre quel piccolo elemento di pressione che deriva dal fare qualsiasi cosa. Ma proprio qualsiasi cosa. Soprattutto se ti trovi in un momento di pubblicazione di un album che doni ad altre persone affinché lo ascoltino. Per questo è normale che ci sia sempre un po' di nervosismo e pressione. Se parliamo, invece, di qualcosa che ha a che fare con il passato ti dico di no, le persone ormai sanno quello che ho fatto negli anni scorsi.

Cos'è questo Bittersweet, questo agrodolce, a cui fai riferimento nel titolo dell'album?

L'agrodolce immagino sia molte cose, sai, non mi piace essere troppo letterale con le spiegazioni, penso che le persone debbano trovare quelle migliori per sé, ma in generale ti dico che immagino sia uno stato d'animo. La mia vita è stata piena di alti e bassi, ma a un certo punto ho capito che la stavo vivendo in un modo per cui non mi stavo veramente aiutando: ci sono cose che succedono e a volte possiamo fare dei grossi danni a noi stessi da soli, così ho capito che non stavo facendo molto per me stesso e che dovevo cambiare qualcosa, così ho cercato di andare avanti, di stare meglio, almeno provarci.

Ho sentito molto dolore, per questo immaginavo che fosse stato un periodo complesso per te. Ho anche letto che trai molta ispirazione dai viaggi, ma non ne hai potuti fare molti in questi anni.

Non so, alla fine ho una bella casa e una bella famiglia, mi ritengo fortunato. Ci sono molte persone che subiranno gli effetti di questi ultimi due anni per molto, molto tempo. È ovvio che a volte sì, è stato difficile, ma rispetto ad alcune persone che conosco e tante che non conosco me la sono cavata, sono stato molto fortunato. Conosco molte persone che, sai, non solo sono state molto aiutate, sia finanziariamente che emotivamente e la loro vita è così diversa rispetto a due anni fa e alcune tra queste tutt'oggi sono molto nervose quando si ritrovano a interagire socialmente. Penso che tutti stiano davvero sentendo le conseguenze di quello che è successo.

E che influenza ha avuto tutto questo sul tuo album?

Se non fosse stato per tutto quel periodo probabilmente non avrei pubblicato l'album perché credo che in quel periodo abbia sviluppato un nuovo sentimento rispetto all'essere sotto gli occhi del pubblico e l'essere in tournée, essere di fronte alla gente e chiedere alle persone di guardarmi e ascoltarmi. Quando sono stato costretto a fermarmi, quando i viaggi si sono fermati e quando sono stato letteralmente isolato in casa da solo, ho capito che creare quel legame con persone su così grande scala e viaggiare per il mondo e avere avuto l'opportunità di parlare con persone del genere è stato un vero privilegio, un vero onore, una così grande opportunità. A quel punto tutte quelle cose che nella mia mente erano negative hanno iniziato a diventare positive ed è per questo che ho deciso di tornare a pubblicare un album.

Questa sensazione l'hai avuta già mentre scrivevi?

Guarda, penso di essere una persona molto sensibile e la mia personalità cambia e si sviluppa a seconda di ciò che mi accade intorno. Se qualcuno a cui voglio bene sta attraversando un periodo difficile o gli è successo qualcosa di grave mi è difficile essere felice, sono sensibile in quel senso. Per questo ogni giorno è un po' diverso dall'altro, ma credo che sia così per molte persone, ormai, soprattutto dopo gli ultimi due anni, quando abbiamo visto persone soffrire. Ogni tanto, quindi, ci troviamo a fare i conti con la realtà e questo è un bene, perché non c'è niente che batta la realtà, non credo che la vita debba essere, tipo, qualcosa che abbia a che fare con la fantasia. Se sei in contatto con la realtà, sei consapevole di quello che sta succedendo e a quel punto hai un potere.

Quando hai capito che avevi tra le mani qualcosa in più di qualche appunto?

Penso che sia stato verso la fine dello scorso anno, ho capito che volevo provare a fare l'album, ho dato un occhio a tutte le canzoni che avevo e ce n'erano molte di più di quelle che sono finite nell'album. Abbiamo fatto un sacco di musica negli ultimi sei o sette anni, ma ho pensato: cosa voglio che sia quest'album? Da cosa devo partire? Questo è quello che mi interessa. Come posso svilupparlo? So che può sembrare piuttosto noioso, ma sento che un album è più di un semplice mucchio di canzoni, per me è come un'atmosfera, è come un film, quasi come se stessi cercando di scrivere una storia, ogni canzone è come una scena. Non so se questa cosa emerge, ma è quello che cerco di fare.

E quando hai capito, invece, che era chiuso?

Sempre alla fine dell'anno scorso, quando ho deciso di lavorarci avevo tre o quattro canzoni che avevo cominciato e mi sono reso conto che erano quelle che dovevano essere chiuse per poter mettere un punto all'album. Per fortuna era tutto allineato, abbiamo chiuso quei pezzi e sono riuscito a ottenere ciò che volevo, e sì, mi sentivo come se avessi proprio ottenuto quello che speravo di ottenere, per me, per la band, per i produttori… Una delle cose migliori di un disco per me è portare tutti questi musicisti e creatori straordinari nella mia mente. Ho tutte queste canzoni che all'inizio sono solo idee ma so di avere un gruppo molto ristretto di persone che sento che possono aiutarmi davvero, mi aiutano a dare vita a queste idee e infatti lo hanno fatto anche stavolta. Ho lavorato con loro perché ero sicuro che capissero quello che stavo cercando di fare ed ero così entusiasta di vedergli fare le loro cose sull'album, anche perché non voglio che dicano "questa cosa me l'ha fatta fare lui", spero che si sentano orgogliose di ciò che abbiamo fatto insieme. Questa cosa vale più di qualsiasi buona recensione o dato di vendita.

Hai detto che Lose it è stata ispirata dai Krisma, mi parli di questa passione?

Guarda, la natura metodica di questo disco deve molto alla musica tedesca di quegli anni, ma amo i Krisma e penso che in Italia ci sia stata tanta musica Motorik. Se conosci l'album Chinese Restaurant sai che all'interno ci sono molti stili diversi, non è unidimensionale, per quanto mi riguarda credo sia un capolavoro assoluto. Poi c'è C-Rock, una canzone che mi trasporta ovunque io voglia andare, al mattino la faccio andare prima ancora di essermi svegliato del tutto, prima di mettere su il mio doppio espresso. Faccio andare quella canzone e la faccio suonare a tutto volume e mi dà la sensazione che la giornata possa essere un'opportunità, quella canzone ti fa pensare di poter riuscire. È un album davvero importante per me.

In Abrigal canti "Signore, vorrei essere felice prima di morire", ce l'hai fatta? 

Assolutamente, sono molto felice in questo momento. E recentemente sono stato felice per la maggior parte del tempo. Credo di aver raggiunto quel tipo di felicità di cui immagino di aver parlato in quella canzone, che è più uno stato mentale che quel tipo di sensazione quotidiana. Visto che riesco a rimanere in pista penso di potermi dire una persona felice, quindi posso pensare positivo. Posso essere una brava persona per le persone intorno a me, posso essere un buon amico, un buon partner, posso fare qualcosa di buono, per le persone, in generale, per me stesso, per la mia famiglia e per i miei amici.

Paolo Nutini è in tour (sold out) in Italia: Trani il 23 luglio (Piazza Duomo), Caserta il 25 luglio (Belvedere di San Leucio),  Taormina il 27 luglio (Teatro Antico) e Milano il 30 settembre (Fabrique).

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