Ogni uscita di Mina è un caso discografico, anche un progetto di riscoperta del catalogo
Il progetto filologico "Italian Songbook" di Mina è un modo per bussare alle porte degli italiani e dire: "Questa la conosci? La ricordi?". L'ha riassunta più o meno così Massimiliano Pani, figlio della cantante e da anni suo più stretto collaboratore, spiegando ai giornalisti il perché di questa operazione che vedrà sei uscite in generale. Se è vero che negli anni sono tante le antologie, i cofanetti, i best of, ma anche i progetti originali di Mina, è vero anche che delle 1400 canzoni incise e dei 75 album tra cui sono state scelte le canzoni di questo progetto c'è un mare di roba che è praticamente introvabile o lo è in un formato decente. Ritornare sul catalogo della cantante è un modo non solo per portare la più grande cantante italiana contemporanea a tutti, ma anche un modo per non far andare perse anche interpretazioni che per un motivo o per un altro non hanno avuto la giusta attenzione e che la cantante ha voluto ripescare.
L'assenza presenza di Mina
Mina ci ha insegnato che l'assenza non è per forza tale e la sua voce continua a essere messa al servizio di autori disparati, da Ivano Fossati, con cui nel 2019 ha pubblicato il suo ultimo album "Mina Fossati", fino al meno conosciuto che casomai le ha mandato una canzone che a lei è piaciuta (Ah, sappiate che Mina ascolta tutto, ma adesso sta ascoltando le cose del 2018). Insomma, la sua caratura e la sua carriera continuano a essere parte attiva del mercato discografico e musicale italiano, anche dopo che abbandonò le scene (e Pani non lesina qualche critica proprio alla tv di Stato).
Un progetto di riscoperta del repertorio della cantante
Cassiopea e Orione, nomi di due costellazioni che sono anche il titolo delle prime due uscite fanno parte di questo "progetto discografico di riordino e riscoperta dell’immenso repertorio dell’artista, che si declinerà filologicamente nel tempo" e che sono, appunto "costellazioni di canzoni": "Non definiamoli ‘raccolte', né ‘compilation', né ‘greatest hits'" si legge nella cartella stampa. "La tv era cambiata per questo lei disse ‘faccio altro', prendendosi il tempo, quindi, per fare quello che sa fare meglio: i dischi e per tanti anni ha creato doppi album, uno di cover e un altro di inediti. Oggi sono difficili da trovare, quindi questa operazione permette di riorganizzarli, riaprirli, e rimettere a posto dei suoni. L'artista mette a posto alcune cose e poi li rende disponibili" ha spiegato Pani, che da produttore ha riorganizzato il lavoro (talvolta anche su cui aveva lavorato e che voleva svecchiare).
Cosa contiene Italian Songbook
In queste due prime uscite che contengono canzoni che vanno dal 1975 ("L'importante è finire") al 2018 ("Volevo scriverti da tanto") ci sono canzoni cantate per la prima volta da Mina o riprese da lei dopo l'interpretazione di altre voci; e due brani finora inediti, che chiudono le due tracklist. I due inediti sono la cover di "Un tempo piccolo", portata al successo da Franco Califano, interpretata da Mina con il testo rimaneggiato della versione dei Tiromancino (datata 2005) e "Nel cielo dei bars", canzone meno conosciuta interpretata da Fred Buscaglione, che la cantava nel film "Noi duri". Un brano che ha portato con sé per anni, perché, continua Pani "Lei è la più grande direttrice artistica italiana, quando vede una cosa bella la ricorda: in questi dischi vuole mettere delle cose famosissime assieme a cose più piccole che meritano. Ricordava Buscaglione, ha una memoria storica pazzesca".
La curiosità di Mina: Billie Eilish e Bruno Mars
Dalle parole di Pani ancora una volta esce una donna al passo coi tempi, che continua a farsi muovere dalla curiosità, che ascolta tanta musica contemporanea, talvolta guidata da chi le sta vicino, come il nipote sassofonista: "Ha una curiosità che la tecnologia le permette di soddisfare: adesso segue un flamenquero pazzesco (…). Ascolta le cose belle che ci sono adesso: Billie Eilish, Bruno Mars, robe belle ci sono, le cose che non le interessano non ci perde tempo". Pani specifica che questa forza l'ha sempre avuta, anche grazie alla Rai di allora: "A 23 anni aveva una presenza scenica, una forza che oggi non sai chi potrebbe averla, su una rete che era l'unica. Ma chi si mette a fare una cosa come "Brava", in diretta: è la provocazione di dire mi metto a fare quello che mi piace".
La critica alla Rai
E proprio alla Rai manda anche una frecciata, sia quando dice: "Mia madre è la più famosa sconosciuta d'Italia. In Rai ti parlano di lei come di quella che dopo l'uscita di scena quasi non ha fatto più niente" e che quando, rispondendo alla domanda di un collega de Il Fatto Quotidiano sulla possibilità di vederla come direttrice artistica a Sanremo, visto che la Rai sembrava entusiasta, dice: "Alla Rai è piaciuta talmente tanto che non l'ha mai chiamata nessuno". A buon intenditor…