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Nuovo singolo per la violinista transgender H.E.R. che accusa: “Oggi la musica sdogana il sessismo”

Quindici anni fa “Se avessi te” fu colonna sonora di Mater Natura, il film di Massimo Andrei sul mondo trans e oggi la violinista H.E.R. ha scelto di riproporne una versione remix che spinge su sonorità più elettrodance. Una nuova veste per questa canzone che è solo un capitolo del suo prossimo lavoro, una sorta di best of rivisitato, appunto.
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A cura di Francesco Raiola
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Quindici anni fa "Se avessi te" fu colonna sonora di Mater Natura, il film di Massimo Andrei sul mondo trans e oggi la violinista H.E.R. ha scelto di riproporne una versione remix che spinge su sonorità più elettrodance. Una nuova veste per questa canzone che è solo un capitolo del suo prossimo lavoro, una sorta di best of rivisitato, appunto. Diploma in violino al Conservatorio di Musica e in scenografia all'Accademia di Belle Arti nel 1993, Erma Pia Castriota, in arte H.E.R., appunto, calca la scena musicale e attoriale italiana da tantissimi anni, recitando con artisti come Leopoldo Mastelloni e Roberto Herlitzka ma distinguendosi soprattutto col suo violino, collaborando con artisti come Franco Battiato, Teresa De Sio, Amalia Gre, Fiordaliso, Lucio Dalla e Morrissey, ex leader degli Smiths, con cui ha collaborato in alcune canzoni dell'album "Low in High School". Con lei abbiamo parlato di questo nuovo progetto, del mondo musicale attuale e anche di come vive, da trans, questo periodo tra Ddl Zan e sessismo nella musica.

Ciao Erma, parliamo di “Se avessi te”. Come nasce l’idea di questo remix?

Nasce dall’esigenza di ridare vita a molti miei brani in veste elettronica con i producer Giovanni La Tosa ed Eugene, con i quali avevo già lavorato nel mio precedente disco strumentale "Violins and Wires" (Flipper music) e con i quali pubblicherò un cofanetto, “Macchina per Canzoni”, che conterrà almeno 4/5 brani rivisitati in questo modo. Nel lontano 2004 con "Se avessi te" il mio mondo musicale era decisamente più acustico e morbido anche perché, tra le altre cose, ero fidanzata con un pianista jazz e questo mi condizionò molto.

Questa nuova versione gioca con sonorità più elettroniche. Come hai deciso la nuova direzione da darle?

Durante la pandemia il mio ritorno alla canzone è stato di tutto rispetto vincendo ben 2 contest: nel 2020 sono stata tra gli 8 vincitori di Musicultura e vincitrice assoluta di Voci Per la Libertà / Una canzone per Amnesty (sezione emergenti) con il brano "Il mondo non cambia mai" con la direzione artistica di Gianni Testa. La canzone si è affermata prepotentemente sia per il suo contenuto antirazzista sia per il suono elettronico quasi tribale (arrangiata da Francesco Seria, un ragazzo di soli 24 anni). Questa cosa mi ha dato molto entusiasmo e ho pensato che ritornare a suoni di questo genere sarebbe stato anche di buon auspicio per tutto ciò che comporta la musica da ballo che in questo periodo è fortemente in crisi!

Come nacque, invece, la versione originale e la collaborazione con Andrei?

La canzone la scrissi a Torino durante uno dei miei tour con il mio vecchio gruppo Nidi d'Arac. Nel 1999 partecipai con questo brano al Premio P.I.G. (Premio Italiano Giovani di Musica di Repubblica, e grazie al settimanale Il Venerdì lo suonai in versione acustica. Conobbi Massimo Andrei a teatro nel 1994: è stato il mio primo lavoro come professionista e legammo molto! Dopo un po' di anni, intorno al 2003, mi propose un ruolo come attrice nel suo film a tematica transgender "Mater Natura", ma io avevo praticamente già il mio Ep pronto e quando gli feci ascoltare il brano si emozionò dicendomi che sarebbe stato perfetto per il film.

In cosa consiste questo nuovo progetto, ce lo racconti?

Il mio progetto è quello di regalare ancora un po' di sogni alla gente con la melodia. Credo molto nella canzone come veicolo di messaggi e bellezza, se poi riusciamo anche a dare un refresh ritmico al mio repertorio meglio ancora!

Nella canzone ripetevi l’anafora “L'amore non può essere”. Oggi ti chiedo, invece, a 15 anni di distanza, cosa “può” essere l’amore?

All'epoca il mio concetto di amore era decisamente più romantico, perché i miei erano tutti amori impossibili: ero un ragazzo e vivevo una contraddizione importante con il mio corpo e la percezione di me. Malgrado tutto ho sempre avuto ragazzi etero che, sebbene attratti da qualcosa di me, fuggivano ripetendomi che "non era nella loro natura"! Sono stata comunque fortunata ad avere episodi affettivi conditi di proibizione, contraddizione, “peccato"… insomma era tutto più intenso perché impossibile! Adesso sono una donna, ho 51 anni, ho un compagno, ma ho una visione dei sentimenti completamente diversa, direi più "realistica", fondata sull’esperienza e la conoscenza. Non pronuncerò mai la parola "ti amo". Insomma sono una tosta!

Sono giorni caldi per quanto riguarda il DDL Zan, ma in generale in questi ultimi mesi il movimento femminista sta lavorando molto per il riconoscimento di pari diritti. Che idea hai di questa legge e in generale di questa battaglia di uguaglianza?

Trovo che la battaglia per i diritti la stanno facendo un po' tutti in modo trasversale e non necessariamente in modo endogeno alla cerchia LGBTQA+! È un dovere morale che deve investire tutti! Per quanto riguarda invece le femministe (tranne le Terf, che sono le più radicali e hanno in linea di massima contestato il Ddl Zan affermando anche la non legittimità per noi donne trans ad essere riconosciute donne) ho visto di base in loro, molta omogenea, la direzione rispetto ai gay e alle altre categorie. Capisco bene la questione femminista, diverse volte ho chiesto scusa a loro per il superficiale approccio di alcune donne trans (m to f) sull’interpretazione del "femminile" che spesso ha ignorato le loro battaglie portando avanti invece un'idea della donna superficiale, stereotipata e piena di cliché. Ma è anche vero che da tempo il trans-femminismo ci ha ampiamente inglobate!

Cosa manca al Paese, invece, per fare quel passo di civiltà in più?

Manca un'idea di civiltà collettiva, per me siamo tornati indietro! Stiamo vivendo un clima da immediato dopoguerra dove si tenta di dare valore alla famiglia tradizionale, quella che fa figli, che non riconosce i ragazzi italiani nati da stranieri e rifiuta l'omogenitorialità. Devo continuare? La cultura sembra ormai un lusso, siamo ripiombati in un clima di "necessaria sintesi", in cui qualsiasi cosa nuova è un "di più". Questo ovviamente solo all'apparenza, perché la libertà batte alle porte e non possiamo fermarci! C'è, per fortuna, tanta altra gente che lotta e possiede strumenti, ma il punto è questo: avere strumenti non dovrebbe essere un lusso!

Il mondo della musica, invece, a che punto è, in questo senso? Si parla spesso dei testi sessisti di alcuni esponenti di alcuni generi, ma tu, dall’interno, come la vedi la situazione?

In passato si rivendicava la voglia di essere diversi come un valore. La bisessualità 40 anni fa era un dovere etico, ora, invece, con la musica si tende a sdoganare il sessismo. Tutti i giovani tendono a giocare a Gomorra! Trovo tutto molto caricaturale e fake… a tratti ridicolo!

Qual è il sogno nel cassetto di HER?

Invecchiare tra la natura! Ritornare magari alla pittura (che è stata la mia prima passione) e a poche piccole cose. Mi immagino a suonare il violino per pochi eventi con una veletta, magari un po' misteriosa, magari incapace di accettare pienamente la vecchiaia ma sicuramente più irriverente e matta che mai! Insomma una vecchietta simpatica!

Facciamo un passo indietro. Ne “Il nostro mondo” cantavi “Hai qualcosa di importante da gridare al mondo”. Qual è il grido che oggi lanceresti al mondo? Qual è il ruolo dell’artista oggi, nella società?

Il ruolo dell'artista oggi in questa società è quello di raccontare la propria vita e farne strumento politico. Mai come adesso!

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