Nuovo album per Elisa: “C’è voluto coraggio per scrivere in italiano” e critica i talent
A Elisa sono bastate poche ore dal lancio del primo singolo per vedere "L'anima vola" raggiungere il primo posto su iTunes e la sua cavalcata sembra non fermarsi qua. Il 15 ottobre, infatti, uscirà il suo nuovo album – a 4 anni dal precedente "Heart" -che ha dato il titolo al primo singolo e che sarà totalmente cantato in italiano, completando un percorso lungo che l'ha portata a diventare una delle voci più amate d'Italia. Una scelta non facile per l'artista di Monfalcone che in un'intervista all'Espresso ha dichiarato che "Per trovare il coraggio di scrivere un intero album in italiano c'è voluto del tempo, quasi 16 anni".
E sedici anni non sono pochi, sicuramente sufficienti per costruirsi una carriera solida che le permette anche di poter azzardare un azzardo che, in qualche modo, è anche calcolato, visto l'affetto da cui è circondata sia grazie al pubblico che ai colleghi, molti dei quali hanno contribuito in alcuni duetti. Ci saranno, infatti, quelli con Tiziano Ferro e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, che l'hanno ospitata nelle due date estive a Milano e Roma, oltre alla collaborazione con Ligabue del quale ha detto che è "un grande. A volte trova esattamente le parole che vorrei dire, ma che non riesco".
Ma le parole principali sono, ovviamente, per un album "dal ritmo trascinante, melodie orecchiabili, ma i testi richiedono più attenzione" dice e sottolineando come abbia curato da sola la produzione "perché volevo che restasse un po' selvatico. È un disco molto personale e volevo che rimanesse così come sono io".
Infine una parola sui talent che fra un po' si rimpossesseranno delle prime serate televisive e che per la cantante sono "un'arma a doppio taglio. Ci devi andare solo se pensi di avere tutte le carte in regola per sfruttarlo e non farti sfruttare". Il problema, dice Elisa, è quello che in molti denunciano quando criticano questi format, ovvero l'appiattimento: "Quando ho iniziato io ti lasciavano essere com'eri, con tutto lo ‘stile perfetto' che c'è adesso, invece, il risultato è che si appiattisce tutto, tutti sono uguali. Zero personalità, zero riconoscibilità. Di te resta poco… chi diventa famoso non sei tu ma quella cosa che ti impacchettano addosso".