75 CONDIVISIONI

Non vi piace la musica in tv? Spegnetela e scendete per strada, potreste rimanere sorpresi

Non vi piacciono gli show televisivi che ogni estate vi propongono dalle piazze italiane sempre gli stessi cantanti? Spegnete la tv e scendete per strada, potreste rimanere sorpresi dalla quantità di bella musica che potete trovare.
A cura di Francesco Raiola
75 CONDIVISIONI
Benji e Fede agli Mtv Awards (LaPresse)
Benji e Fede agli Mtv Awards (LaPresse)

Siamo in estate e l'estate è il periodo dei tormentoni, dei festival e delle serate musicali in tv (e in piazza). Serate fotocopia che prevedono più o meno sempre le stesse line up, con gli artisti del momento, quelli del potenziale tormentone che durerà un'estate e poi saranno buoni tra 20 anni quando in serate tra amici diremo ‘Ti ricordi quella canzone? Quella che faceva nananananana. Come si chiamava? Chi la cantava?', serate che guardiamo per poter dire che, insomma, la musica in tv è sempre la stessa e che, in fondo, non si fa altro che far vedere in faccia i cantanti che vanno in heavy rotation sui maggiori network radiofonici, quelli che in fondo plasmano, assieme alle major, i gusti di una grossa fetta di pubblico. Tutti uguali, ogni anno, tutti gli anni, fatti con la carta carbone.

E ogni anno, allo stesso modo, ci sentiamo in obbligo di prenderne le distanze, guardarli con un occhio critico, ridicolizzarli un po': loro di là e noi di qua. Loro quelli con milioni di spettatori e noi (un noi generico) che ci chiediamo se veramente è quella la musica che dovrebbe essere protagonista. Una battaglia che si è amplificata con i social, ovviamente, come tutto ciò che ha a che fare con le discussioni in presa diretta, e che ogni anno crea articoli e post indignati contro quel sistema. Articoli e post giusti, soprattutto se articolati. È quella la musica che deve passare? Sì, potrebbe, se solo ci fosse spazio anche per altro, diatriba che non finirà mai, un po' come quella sul cantautorato italiano: quando c'erano loro (e tra ‘loro' mettete chi vi pare, da Lucio Dalla a Fabrizio De Andrè, da Guccini a Ivan Graziani).

Ingiustizia a parte (ma poi ci sarebbe da decidere chi decide cosa è giusto e cosa no, ma non ne usciremo più), onestamente, a qualcuno interessa veramente quello spettacolo? È veramente indispensabile, oggi, stare ancora a urlare contro programmi del genere, amplificandone ancora di più la portata? Ha un senso, oggi che la musica, se vogliamo, ce la possiamo cercare come ci pare, in questo mondo in cui abbiamo accesso a (quasi) tutte le canzoni del mondo con il classico ‘un solo click', tra piattaforme streaming e video gratuiti? Non esistono più canali dedicati, quelli con cui siamo cresciuti e grazie a cui abbiamo scoperto alcune cose. Finito. Ma finito ormai da tempo, quindi abbiamo imparato o almeno avremmo dovuto farlo, a muoverci sul web dopo aver imparato a farlo nei negozi fisici. Evidentemente, però, soffriamo ancora di una sorta di vittimismo estremo e probabilmente di mancanza di curiosità, quella che ci permette di navigare nell'immenso spazio web, tra riviste, blog, social, pagine Facebook dedicate o anche tornare alle care vecchie (e poche) riviste cartacee.

La curiosità che ci spinge a formarci una cultura musicale dovrebbe (e può) prescindere da quello che ci passa il convento televisivo e radiofonico, abbiamo infinite possibilità di poter cercare quello che ci piace e trovarlo, basta perdere un po' di tempo a segnarsi quelle che sono le fonti, i siti e le persone giuste e perché no, anche le newsletter, se proprio volete qualcosa di datato ma ancora utile. Applaudire Appino che rifiuta le proposte di talent e poi darsi tante preoccupazioni per un paio di serate in cui due ex youtuber fanno il botto (lo facevano anche prima della firma con la major, occhio!) stride un po'.

Chissenefrega di quello che passano tv e radio, scendete per strada, riempite i locali della vostra città che spesso vi permettono di ascoltare gruppi a 5 euro consumazione compresa, ascoltate quel link che vi ha girato un amico di cui vi fidate, perdetevi anche nell'algoritmo di Spotify (ma occhio alla partenza) se volete, e nelle playlist su Youtube, non fatevi impressionare dai nomi strani delle band, fatevi sorprendere, insomma. E se lo fate già, beh… che vi frega di cosa passa Canale 5?

75 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views