“Non sono razzista”, Timothy Cavicchini attacca Vanity Fair
Timothy Cavicchini, concorrente della prima edizione di The Voice, comincia a fare i conti con la stampa e le controversie che nei rapporti con essa possano svilupparsi. Proprio ieri documentavamo di un'intervista rilasciata a Vanity Fair nella quale il secondo classificato al talent aveva parlato del suo singolo A Fuoco e dei progetti successivi. Ma all'interno dell'intervista non aveva risparmiato un giudizio nel merito della canzone con la quale Elhaida Dani aveva vinto il programma: "Che idea è far cantare a una ragazza albanese un testo in inglese in un talent italiano?".
Così sui social network Cavicchini ha protestato contro il giornale, che l'ha prontamente contattato, a causa del modo in cui la notizia è stata riportata. Lamenta di essere passato come un razzista, quando la sua frase era invece relativa semplicemente alla canzone. Ecco le sue parole apparse sulla nuova pubblicazione di Vanity Fair:
Non nego di aver detto certe frasi ma il modo in cui sono state riportate o perlomeno il modo in cui i lettori le hanno percepite, hanno fatto pensare che fossi razzista e questo non mi sta bene perché non lo sono assolutamente. Io ho le mie idee e non ho paura di dirle però non accetto di passare per quello che non sono.In particolare con la frase "che idea è far cantare a una ragazza albanese un testo in inglese in un talent italiano?" criticavo per l'appunto la scelta del brano e il mescolone di identità culturali, ma se la ragazza invece che albanese fosse stata danese sarebbe stato lo stesso e probabilmente non mi avrebbero dato del razzista. Ho scritto certi commenti rabbiosi su Twitter perché mi aspettavo che nell'articolo su Vanity si parlasse più del video di A fuoco e del mio nuovo disco che uscirà il 2 luglio, invece è stata data più evidenza alle critiche a Elhaida che peraltro è una collega che stimo: i miei commenti, lo ripeto, erano solo un giudizio personale sulla canzone