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Nino D’Angelo ride dei servizi sociali a Berlusconi: “Uno scippatore paga di più”

E’ un ex caschetto a tutto tondo quello che risponde alle domande di Cruciani e Parenzo a “La Zanzara”. Parla di Berlusconi, della Lega che gli fa schifo, di Genny ‘a carogna e pure di Saviano. Di persone così, per lui, ce ne vorrebbero miliardi ma suggerisce: “Ora scriva delle cose belle di Napoli”.
A cura di Andrea Parrella
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E' un Nino D'Angelo a tutto tondo quello che risponde alle taglienti e dirette domande de La Zanzara, in onda su Radio 24. Da Berlusconi e la sua condanna ai servizi sociali, a Salvinin a Napoli, passando per Genny ‘a carogna, fino alla polemica su Saviano e la fiction Gomorra, argomenti che hanno chiaramente monopolizzato l'interesse popolare e dei media negli ultimi giorni. Sulla condanna al premier il cantante napoletano non ha usato mezze misure nel ritenere la sua condanna pressoché insulsa: "Berlusconi ai servizi sociali? E’ una cosa che fa ridere. Hanno fatto tutto questo casino per una roba così, sta pagando poco. In Italia paga più uno che fa uno scippo che uno che fa qualcosa di più grave come Berlusconi. Uno scippatore che appartiene agli ultimi paga sicuramente di più". E ancora più diretto il giudizio, da vero partenopeo, sulla Lega in generale e la discesa decisamente non trionfale di Matteo Salvini a Napoli, cacciato letteralmente dai cittadini:

La Lega mi fa più che schifo, io non la penso proprio. Secondo me Salvini quando è venuto a Napoi l’hanno trattato pure bene. Sono contro la violenza ma che si mette a cantare ‘Vesuvio lavali col fuoco’, beh è stato anche fortunato. Gli è andata pure bene. Per una vita hanno detto Roma ladrona, ma un po’ ladroni lo sono pure loro

L'ex caschetto, visto il suo passato da finto capo-ultras per il cinema, doveva essere necessariamente interpellato in relazione alla questione di Genny ‘a carogna e gli oramai celebri fatti di Roma. La sua curva B, al netto delle liti intestine tra gruppi di tifosi e coltelli volanti, presentava aspetti decisamente più edulcorati e la violenza pareva essere qualcosa di lontano dagli stadi. Ecco quello che ha detto a Cruciani e Parenzo: "Non è bello essere chiamati ‘a carogna. Mi vergogno di essere rappresentato così. Quell’uomo fa ribrezzo, ma non c’è solo lui. Di Genny ‘a carogna ce ne sono tanti in tutta Italia. Quell’immagine è stata strumentalizzata, ancora c’è tanto razzismo nei confronti dei napoletani. Chiuderei le curve, è diventato un casino, troppo pericoloso. E’ giusto che il tifoso abbia parola, ma non che decida lui di una partita".

E infine un tema fresco dell'ultima settimana, vale a dirsi la produzione letteraria di Saviano e la serie tv nata dal suo best seller "Gomorra", capace di sollevare un polverone di pareri contraddittori negli ultimi giorni. Nino D'Angelo tutela la persona dello scrittore, invocando miliardi di soggetti come lui, dunque dimostrando assoluto apprezzamento. Ha solo un piccolo appunto da fare: "Gomorra ha fatto una bella campagna contro il sistema, Saviano è stato straordinario. Ma dopo tanti anni dovrebbe scrivere anche un romanzo o qualcosa che parli delle cose belle di Napoli".

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