“Nel disco di Michael Jackson la voce non è sua”. La fan fa causa all’etichetta
Da qualche settimana è uscito il secondo album postumo di Michael Jackson, "Xscape", con una serie di lavori rimasterizzati che la popstar, scomparsa nel 2009, non aveva mai dato alle pubblicazioni. Si tratta di un evento straordinario, oltre che per il personaggio interessato, anche e soprattutto perché resta un'uscita discografica piuttosto atipica, specialmente a quasi cinque anni di distanza dalla scomparsa del cantante. Dopo essere stato in testa alle classifiche di vendita I Tunes per di versi giorni, il lavoro postumo di Michael Jackson è stato soggetto a pareri discordanti tra i suoi fan, tra chi l'ha idolatrato, anche solo per il pensiero di poter vivere ancora una volta in forma inedita una delle popstar più grandi degli ultimi cinquant'anni. Naturalmente c'è stato anche chi non ha apprezzato. Ma una contestazione, negli ultimi giorni è arrivata nel merito della prima uscita discografica "Michael" del 2010, subito successiva alla morte di Jackson ed ha accusato la casa discografica, sostenendo che in almeno tre delle canzoni di quel cd la voce non fosse quella del cantante.
La class action per il rimborso
La donna ha annunciato il procedimento penale quest'oggi, affermando di aver acquistato il disco nel 2011 ma di non aver sentito abbastanza Michael in almeno tre tracce del disco. Così ha contattato un esperto per analizzare il disco e quest'ultimo ha stabilito che fosse abbastanza probabile Jackson non avesse prestato la sua voce per i tre pezzi specifici "Breaking News", "Monster" e "Keep Your Head Up". Sulla base di questa affermazione la donna ha annunciato di voler dare vita ad una class action, in modo tale che chiunque abbia acquistato il disco possa essere in qualche modo ricompensato a livello economico. L'avvocato che dovrà difendere la casa discografica, al momento, ha annunciato che per ognuna delle tracce Michael Jackson aveva prestato la sua voce.