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Napoli Milionaria, rileggere i neomelodici in chiave trap: “Perché 50 Cent sì e Tommy Riccio no?”

Mario Merola e Ciro Ricci, Franco Ricciardi e Maria Nazionale il tutto condito con basi trap: il progetto Napoli Milionaria si sta facendo conoscere unendo il neomelodico alla trap, appunto. 41 Bis$, 17 e Young Ciro si stanno ritagliando uno spazio grazie anche all’uscita di “Trapneomelodica Vol 1”.
A cura di Francesco Raiola
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Mario Merola e Ciro Ricci, Franco Ricciardi e Maria Nazionale il tutto condito con basi trap: il progetto Napoli Milionaria si sta facendo conoscere unendo il neomelodico alla trap, appunto. In un periodo molto florido per la scena urban napoletana, quella che ha visto l'esplosione di fenomeni come LIBERATO e Nu Guinea, che rileggono a proprio modo la musica tradizionale napoletana, e il rafforzamento della scena trap (Vale Lambo, Lele Blade, Geolier, Enzo Dong, tra gli altri), 41 Bis$, 17 e Young Ciro hanno pensato bene di tentare una strada simile ma con delle peculiarità. Hanno preso alcuni dei "classici" del neomelodico e lo hanno riletto in una salsa più contemporanea, con risultati che a volte sono vere e proprie canzoni ex novo, che hanno trovato l'assenso dei cantanti originali. Ma non sempre. Il risultato di questo loro lavoro è "Trapneomelodica Vol 1".

Quando vi è venuta in mente l’idea di unire due filoni molto discussi di questi tempi come la trap e il neomelodico?

L’idea di unire trap e musica neomelodica nasce pe' pazzià durante il 2017. In uno stato embrionale allora, c’è voluto nu poco e tiempo per darle un’interpretazione originale.

Praticamente due dei generi più controversi di questi anni: che tipo di feedback avete avuto?

Con l’uscita dell'ultimo videoclip, “‘A nuttata è passata”, siamo fieri e orgogliosi di aver fatto parlare di musica neomelodica con un'accezione finalmente positiva! Nei rispettivi ambienti abbiamo riscontrato sia feedback positivi che negativi. Tra gli ascoltatori di musica napoletana per alcuni abbiamo distrutto delle opere definite “intoccabili” per altri invece stiamo dando un giusto riconoscimento e nuova vita proiettando queste opere nel futuro. Per quanto riguarda l’ambiente hip hop/trap è ovviamente un'operazione che incuriosisce forse perché l’hip hop di per se è così…un patchwork.

Questa idea della riproposizione di classici napoletani sta diventando un genere a sé, penso ad esempio al lavoro dei Nu Guinea. Mi spiegate un po’ come nasce tutto il progetto? A chi è venuta l’idea e come vi siete incontrati?

Nasce da un gruppo di napoletani emigranti con la nostalgia di casa. Alcuni di noi hanno ricominciato ad ascoltare musica neomelodica mentre altri si erano avvicinati alla produzione musicale di beat trap nel tempo libero. Uno più uno fa due e su un trap loop una sera ad uno di noi, un po’ per gioco, un po’ per provocazione, venne spontaneo rappare: “Nu latitante nun tene chiù niente…”. Tutto il resto è TRAPNEOMELODICA VOL.1.

Dentro ci sono dei veri e propri classici anche molto diversi tra loro, da “Chillo va pazzo pe te” a “Zappatore”, passando per “Ragione e sentimento” e “Latitante”. Cosa lega Ciro Ricci (ormai Rigione) a Mario Merola? Cosa vi attrae dei singoli generi?

Tutti questi personaggi fanno parte del popolo e cantano per il Popolo! Questo li lega e questo è anche il motivo per il quale hanno sempre suscitato in noi un forte interesse. È una lotta tra classi sociali! Seppur in diversi momenti storici e con diverse cadenze a noi sembra che quello che si può definire "genere" in questo caso sia una volontà di dare voce al popolo. È questo l’aspetto che ci interessa di più, la Democraticità d"a musica neomelodica.

Forse il rap e il neomelodico – con le dovute differenze – sono i due generi più nazionali della Campania. Che risposta avete avuto al di fuori?

Ci troviamo nata vota in una "Golden Age" della musica napoletana. Dopo anni in cui per esportarsi molti autori della canzone napoletana hanno avuto bisogno di "Italianizzarsi". Oggi sulla musica napoletana e "tout court" sulla nostra produzione culturale c’è un alone di esoticità che rende la città e la sua cultura unica agli occhi stranieri.

Come l’hanno presa alcuni dei cantanti che hanno cantato le canzoni originariamente?

Durante gli anni le canzoni napoletane hanno sempre subito questo tipo di processo seppur in modo più leggero, i nostri remix, invece, le hanno rese nuovamente popolari ma anche autonome, ritagliandosi un pubblico nuovo. Forse per questo la maggior parte dei cantanti ha reagito bene. Con alcuni abbiamo instaurato un bel rapporto che potrebbe essere l’inizio di future collaborazioni. Altri per "forza maggiore" non siamo riusciti a contattarli. Possiamo però dire che non siamo riusciti a convincere Franco Ricciardi con la nostra versione di “Treno”. Franco avrebbe voluto che la canzone fosse cantata con la melodia originale, ma essendo il pezzo già reduce da un remix con Rocco Hunt, e non volendo limitarci a semplici cover, abbiamo deciso di pubblicarla comunque. Ci teniamo a dire che la sua versione resta, ovviamente, la migliore!

E la scena trap, invece?

Sono molti gli artisti e i produttori che hanno espresso il loro apprezzamento riguardo al progetto durante gli ultimi due anni. Ultimamente ci sono arrivati messaggi di stima da un pesce grosso della musica italiana… stiamo aspettando una sua telefonata.

Avete già pronte le tracce del Vol. 2?

Abbiamo diverse tracce in costruzione. Stiamo perfezionando il sound per cercare di dare ai nostri ascoltatori qualcosa di ancora più nuovo e proiettato nel futuro. Vulimmo rivoluzionare la musica neomelodica!

Per quanto riguarda, invece, l’iconografia video, come la costruite?

Ogni opera ha una sua autonomia. Le tematiche con le quali stiamo costruendo la nostra narrazione sono abbastanza chiare e si fondano tutte sul folklore. Il popolo, le tradizioni, la sacralità, la profanità ma anche le leggende, i miti e i miracoli! Sono tutti elementi che ci interessano e che cerchiamo di articolare insieme in una narrazione contemporanea. Il risultato è un’immagine più ricca culturalmente, più rappresentativa, forse talvolta anche contraddittoria ma decisamente più reale di una narrazione monotematica tipo quelle in voga negli ultimi anni.

C’è molta attenzione a questo aspetto dell’immagine: quanto vi ha dato spunti, in questo, un progetto come quello di LIBERATO?

È chiaro che il pubblico musicale oggi è super attento all'immagine che ogni artista proietta. Ci troviamo in un momento storico nel quale ognuno di noi produce immagini continuamente. La qualità estetica media per certi versi si può dire che è altissima anche se tutto ciò a volte è a discapito dei significati. Un progetto come Liberato ci ha dato conferma della qualità e dell’interesse che la cultura napoletana e un progetto musicale napoletano contemporaneo può produrre e destare nel XXI secolo. Più che influenzati diremmo che ci ha piuttosto rassicurati. Avevamo il timore di "iastemmare" con "Napoli Milionaria"!

Avete seguito un po’ le discussioni nate nei mesi scorsi sul neomelodico? Che ne pensate?

Siamo sempre interessati a questo tipo di discussioni. Si è parlato tanto di neomelodico e criminalità. Da un punto di vista economico non ci sorprende che dove ci sia un business, florido come questo, possa esserci di mezzo la camorra. Perché ci scandalizza così tanto? Un altro punto, oltre a quello economico, sul quale si è sempre cercato di fare il parallelo tra camorra e neomelodico sono le opere musicali considerate di “malavita". Bisogna dire che queste opere rappresentano solo una minima parte della produzione musicale visto che il neomelodico principalmente parla di amore. Ma in ogni caso vorremmo capire perché queste canzoni di malavita andrebbero evitate o cancellate o comunque perché provocano sempre reazioni negative? Perché 50 Cent sì e Tommy Riccio no?

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