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Musica leggerissima come Vamos a la playa: quando le canzoni leggerissime trattano temi sociali

Una delle sorprese di questo Festival di Sanremo è senza dubbio Musica leggerissima, la canzone di Colapesce Dimartino arrivata quarta in classifica all’ultimo Festival di Sanremo. Un brano che come altri nella storia della musica italiana, da Vamos a la playa a Tropicana dietro al sound catchy raccontano paure e malattie.
A cura di Francesco Raiola
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Una delle sorprese di questo Festival di Sanremo è senza dubbio Musica leggerissima, la canzone di Colapesce Dimartino arrivata quarta in classifica all'ultimo Festival di Sanremo. Oltre ad aver ottenuto un ottimo risultato finale, con tanto di vittoria di giornata durante la quarta serata, quella in cui a votare erano i giornalisti accreditati in sala stampa, la canzone dei due cantautori è anche una delle più amate dalle radio, la terza col video – molto bello, diretto dai Ground's Orange – più visto e quarta nella classifica Global 50 di Spotify. Numeri di tutto rispetto per un duo di cantautori che da anni propongono il meglio del cantautorato pop italiano e che sul palco dell'Ariston hanno colpito nel segno e nei cuori di tantissime persone, in attesa di capire anche il gradimento delle radio (nel frattempo è stata l'unica a entrare nella top 50 di Earone).

Di cosa parla Musica leggerissima

La canzone, che a un primo ascolto può sembrare scanzonata, con le sue sonorità anni 80 e il ritornello con cassa in quattro, in realtà ha un testo che di leggerissimo ha veramente poco. Il brano parla di un problema che attanaglia molti e che la pandemia ha amplificato, ovvero quello della depressione: "Metti un po’ di musica leggera Nel silenzio assordante Per non cadere dentro al buco nero Che sta ad un passo da noi, da noi" cantano i due, con aria scanzonata, quasi. L'effetto è quasi quello che fece alla musica italiana il successo di "La guerra è finita", la canzone che diede uno slancio di popolarità ai Baustelle, con video in heavy rotation su Mtv. La situazione è paragonabile in vari aspetti, innanzitutto perché sia Colapescee. Dimartino, sia presi da soli che in duo hanno alle spalle già altri album a una carriera importante, così come all'epoca i Baustelle nel mondo indie. In più anche quella volta un pezzo a un primo ascolto orecchiabile e all'apparenza scanzonato e trattava un suicidio: "‘Vivere non è possibile', lasciò un biglietto inutile prima di respirare il gas, prima di collegarsi al caos" cantava Francesco Bianconi.

Effetto Vamos a la playa

Su Twitter la giornalista di Radio24 Marta Cagnola l'ha definito "Effetto Vamos a la playa", rifacendosi al famoso brano dei fratelli Righeira. Un pezzo famosissimo, cantato ogni estate specie nella sua parte più innocua, ma in fondo una canzone che parla della paura atomica: "Vamos a la playa, la bomba estallò. Las radiaciones tuestan y matizan de azul" ("Andiamo al mare, la bomba scoppiò. Le radiazioni bruciano e colorano di blu"). Ma l'effetto Vamos a la Playa è anche quello di Tropicana, la canzone più famosa del Gruppo italiano: "Ma che strano sogno di un vulcano e una città, gente che ballava sopra un'isola. Suonava Blue Gardenia, un'orchestrina jazz, l'acqua ribolliva lentamente ad est. L'esplosione e poi, dolce, dolce, un'abbronzatura atomica". Insomma, anche qui siamo su lidi atomici e di uragani. Ma guardando all'estero, per esempio ci sono canzoni come "Chandelier" di Sia, uno dei più grandi successi di questi ultimi anni che è un brano che tratta la depressione ("il sole è alto, sono un disastro devo uscire adesso, devo scappare da questo arriva la vergogna, arriva la vergogna"), mentre "Barbie Girl" degli Aqua non è un pezzo sulle bambole ma sull'oggettivizzazione della donna. Insomma, attenzione ai testi, spesso sono più interessanti di quanto possa sembrare a un primo ascolto.

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