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Morto Tom Sneddon, perseguitò Michael Jackson per molestie sessuali (e perse)

Il procuratore distrettuale di Santa Barbara tentò di incastrare Jackson con l’accusa di molestie sessuali ai danni di una vittima che, tuttavia, si rifiutò di collaborare ad un’accusa finalizzata alla richiesta di 20 milioni di euro di risarcimento.
A cura di A. P.
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Morto Tom Sneddon, il procuratore distrettuale americano che ha letteralmente perseguitato dal punto di vista legale Michael Jackson, tentando di incastrarlo almeno due volte in due delle molte accuse di molestie sessuali indirizzate alla popstar durante gli anni '90. Era malato di cancro da tempo ed è morto nella giornata del primo ottobre. Sneddon ha ricoperto il ruolo di District Attorney a Santa Barbara per più di un quarto di secolo e nel 2005 è uscito clamorosamente sconfitto in occasione della pubblica accusa nei confronti di Jackson per aver esercitato sui propri assistiti molestie sessuali a Neverland, la dimora che il cantante rese un grande parco divertimenti dove le voci volevano commettesse le peggiori malefatte su minori.

Sneddon tentò di incastrare Jackson con l'accusa di molestie sessuali ai danni di un ragazzo nello specifico, chiedendo peraltro un'ammenda da pagare di 20 milioni di dollari alla famiglia della vittima. Ma il ragazzo e la sua famiglia finirono infine per rifiutarsi di cooperare con Sneddon, il quale, con 9 figli, finì per credere ciecamente nel fatto che Jackson fosse un molestatore di bambini. Tuttavia non ebbe fortuna nell'operazione, passando peraltro alla storia per l'acredine con la quale perseguì la popstar, uscendone tuttavia sconfitto.

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