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Morto poliziotto che salvò la vita al rapper Lil Wayne: “Ti sei rifiutato di lasciarmi morire”

In un post su Instagram, il rapper Lil Wayne ha dato l’ultimo saluto all’agente di polizia Robert Hoobler, che lo salvò dal tentativo di suicidio a 12 anni.
A cura di Vincenzo Nasto
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Lil Wayne e l'agente di polizia Robert Hoobler, foto di Frazer Harrison per Getty Images
Lil Wayne e l'agente di polizia Robert Hoobler, foto di Frazer Harrison per Getty Images

Nelle ultime ore è scomparso l'agente di polizia di New Orleans Robert Hoobler: sconosciuto ai più, il suo nome è entrato nell'immaginario urban americano grazie alla sua presenza nella vita del rapper Lil Wayne. L'uomo, che aveva 65 anni, lottava da anni contro il diabete e i postumi di un incidente d'auto, che lo avevano costretto a letto per alcuni mesi. La sua scomparsa è stata riportata dal quotidiano locale, il New Orleans Advocate, ma ha ricevuto sicuramente più clamore mediatico dal messaggio pubblicato sui social proprio da Lil Wayne, che da anni si riferisce a lui affettuosamente come "Zio Bob". Il rapper, oltre a sottolineare quanto l'uomo gli avesse salvato la vita da piccolo, ha rivolto un ultimo saluto a lui e a sua moglie, scomparsa già da qualche anno: "Tutto ciò che non accade, non accade per una ragione. Quella ragione sei tu e la fede. La zia Kathie ti stava aspettando. Vi amo e mi mancherete entrambi".

La confessione e il racconto del salvataggio

Come raccontato in un'intervista con l'ex star della NFL, la lega di football americano, Emmanuel Acho nel 2021, sin da piccolo il rapper ha lottato con la sua salute mentale, anche a causa dell'abuso di sostanze stupefacenti da parte dei genitori e la detenzione di armi da fuoco. Un passato travagliato che lo ha portato nel 1994, a soli 12 anni, a compiere un gesto estremo. Il bambino chiamò la polizia, avvertendola del suo tentativo di suicidio, prima di afferrare una pistola e far esplodere un colpo di pistola rivolto alla sua cassa toracica. Proprio in quel momento, l'agente di polizia Hoobler, non in servizio, si era catapultato verso casa sua, cercando di salvare il ragazzo, mentre i suoi colleghi temporeggiavano sulla droga e le armi di fuoco ritrovate nella casa del piccolo. Come racconterà Wayne nel 2020: "Ha chiamato uno dei suoi colleghi e gli ha preso la macchina. Mi è venuto a prendere e ha continuato a dirmi cose come non morirai con me, non morirai con me. Mi ha portato in ospedale e si è assicurato che stessi bene".

L'ultimo saluto con un post su Instagram

I due erano rimasti in ottimi rapporti, come ha raccontato negli anni Lil Wayne, che apostrofava l'agente come "Zio Bob": un'influenza che aveva pesato anche sul giudizio del rapper durante le grandi proteste del 2020 negli Stati Uniti, contro la brutalità della polizia. In quei giorni Wayne fu una delle poche voci fuori dal coro, affermando: "La mia vita è stata salvata da un poliziotto bianco. Zio Bob". L'ultimo saluto di Wayne si traduce in un post su Instagram, in cui rivela l'affetto e il modo in cui il poliziotto ha cambiato il suo destino, la sua vita: "Tutto accade per una ragione. Stavo morendo quando ti ho incontrato. Ti sei rifiutato di lasciarmi morire. Tutto ciò che non accade, non accade per una ragione. Quella ragione sei tu e la fede. La zia Kathie ti stava aspettando. Vi amo e mi mancherete entrambi".

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