Morto Claudio Coccoluto, il saluto della musica italiana
La notizia della scomparsa del deejay Claudio Coccoluto, diffusa stamane dal Corriere della Sera, ha raggiunto in poco tempo il mondo della musica che si è stretto in un momento di cordoglio nel ricordare l'artista 59enne che si spento nella notte di martedì 2 marzo, dopo aver combattuto a lungo con una malattia. Si era fatto conoscere per la sua musica e il suo talento anche in televisione, dove non sono mancate partecipazioni a programmi televisivi di spicco. Intanto, a ricordarlo, in queste ore ci hanno pensato alcuni dei suoi più grandi e sinceri amici che fanno parte del mondo dello spettacolo.
Il ricordo della musica italiana
Tra i primi a ricordare l'arte, nonché la personalità di Claudio Coccoluto, è stato Linus, patron di Radio Deejay che saluta l'amico scomparso con parole d'affetto e di stima, scrivendo accanto ad una sua foto pubblicata su Instagram: "In ogni mestiere ci sono quelli bravi, quelli molto bravi, e i fuoriclasse. Claudio era uno di questi. Felice di esserti stato amico, spero finalmente tu sia sereno".
Un grande legame univa anche Claudio Coccoluto e il frontman dei Subsonica, Samuel Romano, che ricorda il deejay con parole semplici che, però, fanno trapelare un forte dolore. Pubblicando uno scatto su Instagram, infatti, scrive: "Buon viaggio maestro"
Tra gli altri ha voluto ricordarlo anche Beppe Fiorello. Il deejay romano, legato da una profonda amicizia all'attore siciliano, aveva anche suonato al matrimonio di quest'ultimo e, infatti, il fratello di Rosario Fiorello, lo ricorda riascoltando uno dei suoi brani più famosi e scrivendo: "Rimarrai per sempre amico mio carissimo".
Le parole di Claudio Cecchetto
Raggiunto dal Corriere della Sera, a ricordare Claudio Coccoluto è intervenuto anche Claudio Cecchetto, tra i talent scout più famosi del panorama musicale italiano, nonché celebre disc-jokey. Alla testata ha confidato:
È sempre stato di una categoria a parte. Quando si parta dei dj ti vengono in mente quelli che fanno casino, che vogliono diventare estremamente popolari e che magari mirano a fare tv. Lui no. Lui era allineato alla sua politica: era un disc jockey puro, da discoteca: quello era il suo ambiente, quello dove ha sempre date il massimo. Dietro le sue scelte c’era una filosofia precisa: era un intellettuale della consolle