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Morto Bunny Wailer, voce iconica del reggae insieme a Bob Marley

Si è spento all’età di 73 anni Bunny Wailer, una delle più grandi voci del reggae giamaicano. Aveva iniziato la sua carriera con Bob Marley e Peter Tosh, con i quali aveva fondato i “Wailers”, gruppo dal quale si separò nel 1973 per poi iniziare una carriera da solista. Le sue idee politiche piuttosto radicali lo hanno reso uno degli esponenti più in vista della musica giamaicana, attraverso la quale ha provato ad affermare la sua lotta nella crisi sociale ed economica nel suo Paese.
A cura di Ilaria Costabile
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All'età di 73 anni è morto Bunny Wailer, tra i più importanti musicisti della scena reggae giamaicana, ancora apprezzato per la sua carriera da solista nonostante abbia mosso i primi passi nel mondo della musica con Bob Marley e Peter Tosh, con cui aveva fondato i Wailers. Del gruppo era senza dubbio il più radicale dal punto di vista di scelte politiche e religiose, ragion per cui decise di allontanarsi dal gruppo, ma riuscì ugualmente ad ottenere successo negli anni successi al suo esordio.

L'amicizia con Bob Marley

Il 10 aprile 1947  Bunny Wailer nacque a Kinsgston con il nome di Neville O'Riley Livingston, ma era cresciuto nel villaggio di Nine Mile a St. Ann, e proprio lì aveva conosciuto Bob Marley. I due divennero amici ancor di più dopo aver scoperto di essere accomunati dal fatto di aver essere stati cresciuti lui solo dal padre, mentre Marley era stato allevato solo dalla madre. Una volta trasferitisi a Kingston insieme alle loro famiglie, i due conobbero Joe Higgs dal quale presero le prime lezioni di canto insieme a Peter Tosh e a Junior Braithwaite, con i quali avrebbero poi formato i Wailers insieme alle due coriste Beverley Kelso e Cherry Smith.

La crisi e l'abbandono dei  Wailers

Bunny Wailer dimostra fin da subito di essere un ragazzo particolarmente insofferente ai ritmi che impone la vita degli artisti, soprattutto in seguito al successo internazionale del gruppo che, quindi, aveva già avviato una serie di tour anche negli Stati Uniti, ragion per cui decide di esibirsi con il gruppo solo in Giamaica. Dopo il 1973, infatti, il gruppo inizia a vacillare: dopo aver pubblicato il singolo Searching for love, lancia anche la sua etichetta musicale, la Solomonic, pubblicando anche pezzi firmati dai Wailers e cantando da solo anche cover del suo vecchio gruppo. Nel 1976 esce il suo primo album da solista Blackheart Man. 

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La carriera da solista

La sua intransigenza e le idee politiche radicali diventano evidenti con Protest, un album dichiaratamente politico con il quale Bunny Wailer prova ad inserirsi nel dibattito politico, parlando anche delle protese che invadevano la crisi sociale ed economica nel suo Paese. Con Scheme of Things parla della lotta per il riconoscimento dei diritti comuni mentre con Follow Fashion Monkey critica gli afroamericani che si adeguano al modello di vita nordamericano. Get Up Stand Up in una versione funky convince anche i rastafariani più scettici di continuare a lottare o che è ormai tempo di farlo. Alla morte di Bob Marley, tra il 1980-1981, per omaggiarlo pubblica il disco Bunny Wailer sings the Wailers, con l'accompagnamento in studio di Sly & Robbie e di Roots Radics, che poi saranno i componenti della sua band nelle prossime apparizioni live, compresa quella in cui cantò con Stevie Wonder in un concerto di beneficenza a Kingston organizzato per l'istituto per ciechi della città, esibizione che ottenne un successo incredibile. Il primo riconoscimento internazionale arriva negli anni Novanta, grazie ai due omaggi a Marley con i quali vince due Grammy: il primo per l'album Time Will Tell del 1990, il secondo con Hall of Fame: A Tribute to Bob Marley's 50th Anniversary del 1995.

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