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Morte di Michele Merlo, le indagini si allargano a due nuove strutture mediche

Dopo aver acquisito la documentazione dell’Ospedale Maggiore di Bologna e il pronto soccorso del Vergato, il pm Elena Caruso ha delegato i carabinieri del Nas (nucleo antisofisticazione e sanità) di fare ulteriori accertamenti sui medici bianchi a cui Michele Merlo si sarebbe rivolto fin dai primi malesseri. Si tratta di uno studio medico integrato di Rosà e dell’ospedale di Cittadella.
A cura di Andrea Parrella
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È trascorso poco più di un mese dalla morte di Michele Merlo, un evento che ha generato grande sgomento per la scomparsa di un ragazzo così giovane, ma al tempo ha sollevato la rabbia dei familiari del ragazzo, per il trattamento riservato a Merlo nelle indagini mediche che hanno preceduto il suo malore, quindi la morte, sopraggiunta per un'emorragia cerebrale causata da leucemia.

Si indaga per omicidio colposo

Una tragedia su cui la procura di Bologna ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per ora a carico di ignoti. Indagini che stanno percorrendo anche altri filoni, come fa sapere il Corriere. Dopo aver acquisito la documentazione dei due ospedali emiliani in cui era stato il 28enne, il pm Elena Caruso ha delegato i carabinieri del Nas (nucleo antisofisticazione e sanità) di fare ulteriori accertamenti sui medici bianchi a cui Michele Merlo si sarebbe rivolto fin dai primi malesseri. Si tratta di uno studio medico integrato di Rosà e dell’ospedale di Cittadella. Così come accaduto per l'Ospedale Maggiore di Bologna e il Pronto Soccorso di Vergato "i militari sono stati incaricati di acquisire documentazione e di fare verifiche sulle condotte mediche di queste due strutture".

Il ricovero a Bologna per emorragia cerebrale

In seguito all'aggravarsi delle sue condizioni, Michele Merlo era stato trasportato all'Ospedale Maggiore di Bologna, dove era stato sottoposto a un'operazione per l'emorragia cerebrale che aveva ormai colpito il giovane. La diagnosi, a quel punto, era stata implacabile: leucemia promielocitica acuta, che può essere curata ma può anche risultare fatale se non riconosciuta in tempo. Le condizioni di Michele erano apparse disperate e il giovane è morto nella serata di domenica 6 giugno. I genitori hanno poi sporto denuncia chiedendo "alla magistratura di svolgere le necessarie indagini al fine di verificare se vi siano stati errori e/o omissioni antecedenti al ricovero al Maggiore che abbiano determinato irreversibilmente la sorte" del figlio.

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