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Morgan ripudia Monza dopo lo sfratto: “Ho scritto al sindaco che non ci tornerò mai più”

Prosegue la vicenda mediatica relativa allo sfratto dell’artista dalla sua storica casa di Monza. Morgan, attraverso la sua pagina Facebook, fa sapere di aver scritto una lettera al primo cittadino di Monza annunciandogli che non tornerà nella città che lo ha tradito: “Violentato sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno abbia mosso un dito”.
A cura di Andrea Parrella
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Prosegue la vicenda mediatica che si è scatenata in seguito allo sfratto di Morgan. Il cantante ha deciso di scrivere una lettera al sindaco di Monza, Dario Allevi, per esprimere il suo risentimento nei confronti della linea adottata nei suoi confronti in queste settimane. Morgan ha riportato la cosa su Facebook, che in queste ultime settimane più che mai sta facendo da cassa da risonanza per questa vicenda.

Ho scritto personalmente al sindaco di Monza che ritenevo un amico che non metterò mai più piede nella città che mi ha tradito, umiliato, violentato sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno abbia mosso un dito.
Io tra pochi giorni consegnerò la relazione al ministero dei beni culturali perché si pronunci su un tema del tutto non legiferato, e che solleva una questione che riguarda il patrimonio artistico in generale e il ruolo degli artisti nel contesto sociale. Questioni molto rilevanti anche agli occhi degli altri paesi che hanno spesso più gratitudine e rispetto del nostro patrimonio dal quale noi potremmo ricavare molta soddisfazione, se solo fossimo in grado di riconoscerlo.

Proseguono, intanto, gli sviluppi sulla vicenda. Come noto a chi stia seguendo i principali sviluppi, sul finire della scorsa settimana Vittorio Sgarbi ha dovuto fare dietrofront rispetto alla sua offerta all'artista per ospitarlo a Sutri. "Colpa dell'opposizione", tuona Sgarbi, affermando che la controparte politica che si oppone alla sua azione da prima cittadino "ha manifestato una inaudita ostilità contro il musicista, evocando, addirittura, il ricorso a denunce penali". Poi Sgarbi proseguiva così:

Purtroppo sono prevalsi pregiudizi e ignoranza. Non si trattava di dare una casa a Morgan dove dormire o mangiare, ma di ospitare il suo studio-museo, cioè strumenti musicali, dischi, libri, spartiti musicali, cimeli della storia del rock, opere d’arte. Invece una opposizione ottusa lo ha ha messo sullo stesso piano di uno che reclama un alloggio popolare, facendolo apparire come un privilegiato”.

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