Morgan protesta: “I miei beni trattati come ciarpame”. E chiede al Ministero di salvare la casa
Si è tenuta oggi presso il tribunale di Monza una nuova udienza in merito al caso di Morgan, sfrattato dalla sua abitazione nella città lombarda. Come ha fatto sapere all'Adnkronos il legale del cantante, Biagio Riccio, l'udienza è stata convocata per discutere la gestione dei beni di Marco Castoldi, già "impacchettati" dopo la messa all'asta. Come più volte ha fatto notare l'artista, nella sua residenza monzese erano conservati non solo vestiti e oggetti personali, ma anche diversi strumenti musicali, spartiti e memorabilia rock. Secondo quanto affermato dall'avvocato, tali proprietà, che rendevano l'abitazione una vera e propria casa-museo con annesso studio di registrazione, sarebbero state trattate come "ciarpame" e inscatolate senza un ordine né provvedere a un inventario.
Non si possono trattare i beni di Morgan come se fosse ciarpame. Stamattina ho contestato questo fatto al giudice. Bisogna rifare tutto da capo, facendo l’inventario. L’udienza di oggi verteva su questo e cioè su una contestazione che Morgan ha fatto al custode del tribunale di Monza. Il custode deve fare un inventario, quello che sta nella casa di Morgan non è ciarpame, ci sono abiti di Cavalli, di Armani, ci sono cimeli di John Lennon ecc. Il custode invece ha preso tutte le sue cose, le ha impacchettate in scatoloni, come se fosse ciarpame senza aver debitamente fatto l’inventario necessario per legge ed attività propedeutica alla sua funzione. Il giudice mi ha ascoltato, ha verbalizzato, e ancora non ha sciolto la riserva. Siamo fiduciosi nell’interesse di tutti. Nel materiale messo alla rinfusa in questi scatoloni c’è anche roba di terzi: per esempio dei Bluvertigo che hanno tutti gli spartiti e il materiale della Sony che sta lì come pure della mamma di Morgan che è proprietaria di strumenti musicali che ha donato al figlio. Ora attendiamo la decisione del giudice che può arrivare tempestivamente.
La petizione in favore di Morgan
Intanto, dalle pagine social del cantante ha preso il via una petizione lanciata su Change.org e destinata all'attenzione del professor Alberto Bonisoli, attuale Ministro per i beni e le attività culturali della Repubblica Italiana. Morgan chiede che venga salvata la casa affinché gli sia concesso di continuare a lavorare e creare un registro al fine di ufficializzare lo status di artista per chiunque faccia questo lavoro, al fine di tutelare la categoria (qui il testo integrale).
Ora sto chiedendo un intervento concreto e rapido da parte del Suo Ministero, per poter salvare un luogo che altrimenti verrà smantellato, il cui contenuto andrà disgregato e magari anche macerato. Quel che sto affermando in questo mio lavoro documentario è che perdendo la casa si perdono 3 entità:
– il futuro museo,
– l'artista attuale e funzionale nelle sue modalità non ricreabili altrove (con conseguente rottura della catena produttiva connessa)
– l'opera (presente e futura)
Solo un'iniziativa da parte Sua potrebbe bloccare l'esecuzione e restituirmi ciò che mi permette di funzionare, di lavorare di produrre, e mantenere nell'equilibrio estetico e poetico ciò che è stato il mio lavoro di ingegno e artigianato domestico, costruito con le mie mani di musicista- falegname. Le chiedo di trovare il modo di restituire la casa e il laboratorio (quindi la vita e l'opera) ad un artista vivo , non di dichiarare patrimonio artistico il luogo di chi è morto.
La lettera dei monzesi all'acquirente della casa
Intanto, è sempre Adnkronos a riportare una lettera scritta da un gruppo di monzesi – firmata "Cittadini e persone comuni che amano l’arte la poesia e la musica, di Morgan e in generale" – e destinata al compratore della casa di Morgan (nonostante lui stesso abbia rinnegato di recente la città). "Possiamo intuire che lei non ha nessuna responsabilità, che la vicenda le è quasi scoppiata in mano, ma lei deve capire che sta provocando, volente o nolente, devastazione e sofferenza", si legge sulla missiva, che invita l'acquirente a considerare l'abitazione non un semplice immobile, ma "un luogo di culto, un luogo che non andrebbe alterato in nessun modo e i cui strumenti e oggetti interni devono essere tutelati e non possono essere ritenuti comuni suppellettili di cui disfarsi in pochi giorni. Già solo questo aspetto basterebbe a smuovere un animo sensibile, una mente aperta all'arte, non solo per Morgan, ma a tutela e salvaguardia di un patrimonio culturale che deve essere preso in considerazione per il bene comune". La lettera elenca le tappe della lunga carriera del cantante, sostenendo che "La salute e il benessere psico-fisico di Morgan dipendono da quella casa" e invitano il compratore a raggiungere un accordo.
Non sarebbe più proficuo per tutti riconsiderare le sue posizioni e ripensare ad un accordo con Morgan stesso? Ci dirà che si è aggiudicato la casa all'asta. Questo lo sappiamo, ma ciò non le impedirebbe di trovare un accordo senza per forza anteporre solo il denaro a qualsiasi altra cosa, senza tener conto anche della sofferenza che questo ha causato, e al valore artistico non misurabile che quella casa ha in quanto ‘Casa di Morgan'. Sì, perché aver privato il nostro caro Morgan della sua quotidiana creatività e aver indebolito la sua vitalità è qualcosa di grave per noi che amiamo fruire di ciò che fa, e lei così facendo rende anche le nostre vite più tristi e povere, e mortifica un grande artista già messo spesso e ingiustamente alla gogna. Siamo certi del suo buon cuore e sappiamo che per il bene del nostro amato Marco troverà una posizione differente. Siamo certi che alla fine di questo viaggio fatto insieme a noi nel mondo di Morgan e nella Casa di Morgan, nella ‘NOSTRA CASA‘, vi incontrerete e nel dialogo troverete il modo per superare questo pasticcio che indebolisce e rende ancora più vulnerabile un artista delicato e sensibile come Morgan, e anche lei.