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Mondo Marcio: “Torno spogliandomi dai panni del rap per salvarmi dalla fine di un amore”

Si chiama My Beautiful Bloody Break up” il nuovo Ep che riporta Mondo Marcio nel campo della discografia italiana. Il cantante ha scelto di uscire il 15 febbraio, giorno dopo San Valentino, comunemente giornata legata ai single, per lanciare un concept album sulla separazione: “È un album che nasce per salvarmi”.
A cura di Francesco Raiola
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Si chiama My Beautiful Bloody Break up" il nuovo Ep che riporta Mondo Marcio nel campo della discografia italiana. Il cantante ha scelto di uscire il 15 febbraio, giorno dopo San Valentino, comunemente giornata legata ai single, per lanciare un concept album sulla separazione. Quella raccontata dal rapper è una separazione reale che passa dalla rabbia fino all'elaborazione e lo fa con colori nuovi per Gian Marco Marcello che abbandona un po' la strada del rap per contaminarla col pop e con un'idea di pop che ha scoperto anche grazie alla persona a cui il disco è dedicato.

"Nessuno ha detto che sarebbe stato facileì, sei come un libro di cui non finisco mai le pagine” cantavi in Adderall che mi pare fosse un’ouverture perfetta di quest’album, praticamente.

Altre volte ho parlato di argomenti come quelli che tratto in questo nuovo album, solo che negli altri episodi ho messo insieme delle storie, esperienze che ho vissuto e messe insieme in una canzone, come "Piatti rotti", "Questo cuore, queste stelle", invece My beautiful bloody break up è una storia dall'inizio alla fine con evoluzione e finale: racconto la storia di noi due, di me e della persona a cui è dedicato quest'album.

Anche Uomo era una sorta di concept no?

Non so se fosse un vero concept a differenza di questo, quello era molto sequenziale, nel senso che aveva un inizio e una fine precisa, potevi estrapolare le canzoni, qui invece è come se fosse un'unica lunga traccia da ascoltare dall'inizio alla fine, con le varie fasi della rottura e del lutto, inizia con la rabbia, poi la depressione, la malinconia, fino ad arrivare alla consapevolezza, insomma, un'unica lunga canzone.

Come si sviluppa My beautiful bloody breakup?

L'Ep non nasce come progetto discografico, sono canzoni che inizialmente non avevo scritto per essere pubblicate, ma perché avevo una grande mancanza che non sapevo come colmare. Mi sono reso conto che l'unico strumento per farlo era scrivere come stavo, ridescrivere come era andata la storia e riascoltarlo la notte per andare a dormire così da sentirmi più vicino alla persona che mi mancava, un modo per tenermela stretta nella mancanza. Nasce per salvarmi, insomma, mi mancava così tanto questa persona che l'unico modo per tenermela vicina era riascoltarla.

Da quale fase – quindi canzone – nasce l'idea?

Il primo pezzo che ho scritto è "Goodbye Kiss", scritta subito dopo che è successo il breakup: c'era proprio la rabbia subito, appena persa questa cosa così preziosa.

Come ti relazioni con la scrittura e come è cambiato il tuo rapporto con la scrittura di un album e una canzone?

Forse adesso è più metodico. Guarda, non so se è il caso di questo progetto che ho scritto in due mesi, e per me è davvero poco, di solito ci metto molto più tempo. Ma quest'album è stato un'esigenza, mi venivano in mente i testi mentre stavo facendo altro, testi di un'intera canzone; prima, di solito, mi venivano in mente le rime, questa volta, invece, strofe intere, avevo bisogno di gettarla fuori. A prescindere da questo progetto, comunque, è tutto diventato più metodico, c'è più ricercatezza, forse anche troppo a volte, mentre quando ho cominciato era più una questione di flow, perché venivo dalla scuola americana in cui potevi dire la più grande delle banalità ma se la dicevi con un'attitudine supercazzuta e stilosa era figa, quindi forse è diventato tutto più poetico.

È stata questa la tua forza: questo flow, questa ricercatezza vocale?

Il fatto di avere una voce e un'interpretazione particolare mi ha aiutato a farmi riconoscere, anche la pronuncia masticata che avevo all'inizio, che non si capiva un cazzo di quello che dicevo, era utile perché la gente si chiedeva cosa avessi detto e riascoltava (ride, ndr). Scherzi a parte, era un segno che mi aiutava a distinguermi.

Della tua vicinanza alla wave americana ci hai detto, questo Ep è musicalmente è variegato linee di piano, sonorità più pop, cosa cercavi?

Questo progetto è unico nella mia carriera, ognuno lo legge come vuole, però per come è stato concepito come una dedica, una lettera d'amore, dalla prima all'ultima nota, anche la dedica in francese alla fine. Le melodie sono italiane, anni 80, perché la ragazza a cui è dedicato questo album ama quel tipo di musica, le piace quella musica, è il suo mondo, è un album dall'energia donna. Anche la canzone "Nel posto più freddo" è una citazione alla canzone de I Cani, "la droga è scesa", "Ti starò accanto finché non ti addormenti", sono citazioni del pezzo de I Cani che lei amava e mi ha fatto conoscere. È una vera e proprio dedica.

Insomma, ci sono anche un po' di easter egg nell'album.

Sì, a volte sono sorprese che capirà solo lei, chi ascolta forse un po' di meno, ci sono citazioni di cose fatte e viste insieme.

Mi spieghi la fine dell'album? Finisce con dei colpi d'arma da fuoco.

Quello sono io che vengo colpito e crepo alla fine. L'idea è raccontare quello che è successo, non far succedere qualcosa di nuovo, insomma documentare. Quello che è successo è che ho messo il mio cuore in mano a una persona e poi mi sono preso le pallottole. Ma non è un'accusa, attenzione, è quello che può succedere in una storia d'amore.

L'Ep sarà l'unico progetto dell'anno?

Con questa tipologia sarà unico, per lo stile che ha etc, anche se non ti nascondo che certe cose mi hanno ispirato molto. Un pezzo come "Sigarette" mi ha lasciato molta voglia di farne un altro, non sugli stessi temi ma con la stessa impostazione musicale, perché è una nuova versione di Mondo Marcio che mi piace. Ma per adesso sono concentrato su questo.

Quanto è difficile estendere un progetto così personale a un pubblico generalista?

Il rischio di un album così è che non venga capito perché il pubblico è abituato ad avere cose omologate, un sound omologato, argomenti omologati e non è il caso di un album personale come questo. Il rischio è di non essere capiti, ma al tempo stesso lo trovo un grido d'amore molto coraggioso, diciamo che quello che può essere un suo limite, al tempo stesso è la sua più grande forza. In un mare di piattume esce qualcosa che è un pezzo di cuore, che sanguina, nel senso che è estremamente umano, mi auguro che essersi messi così a nudo possa toccare le corde di chi ascolta dall'altra parte. Magari un ragazzo o ragazza di 14-15-16 anni non so fino a che punto può capire ciò di cui parlo – certo ci sono i cuori spezzati anche a quell'età -, magari lì non sarò capito al 100% ma ho pensato che fosse qualcosa di necessario. A volte è giusto pensare al mercato, ma se credi in quello che fai, nella tua professione, te ne devi fottere.

Che semi può lasciare un album del genere in un percorso come il tuo?

Credo che un pezzo come "Sigarette" mi abbia ispirato a seguire quella linea compositiva, sono partito sempre dalle strofe e dalla parte rap, mettendoci poi un ritornello orecchiabile, in questo caso sono partito dalla melodia, trattando la canzone come un cantante. Tutto questo progetto è quasi zero rap e totalmente da artista che usa il rap come strumento.

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