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Mondiali Sudafrica 2010: sconfitta dell’Italia a parte, la vuvuzela rimane su Youtube

L’Italia lascia il Mondiale sconfitta ed umiliata, ma la vuvuzela rimarrà a far compagnia ai tifosi grazie a Youtube.
A cura di Valentina Scionti
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vuvuzela

Ormai è stato detto tutto sulla sconfitta riportata dalla nazionale italiana durante i Mondiali in Sudafrica: a noi basterà ricordare che si è trattato di un 3 a 2 decisivo e sufficiente ad umiliare la squadra detentrice del primato mondiale, eliminandola appena al primo turno.

Tralasciamo ora le polemiche, decisamente inutili a risultato ottenuto e soprattutto in vista dei mea culpa già espressi da chi di dovere, e torniamo a parlare della musica, che nonostante tutto rimane una parte integrante di questo Mondiale.

Anche noi di Music Fanpage ci siamo occupati spesso nei giorni passati della vuvuzela, quello strumento tipico sudafricano che dallo scorso 11 giugno sta tenendo compagnia quotidianamente ai tifosi di calcio di ogni Paese coinvolto nei Mondiali.

Nonostante i medici stessi si siano raccomandati di non servirsi di queste fastidiosissime trombette, descrivendo in lungo e in largo i vari problemi causati non solo ai nervi di chi ne sente il rumore ma soprattutto alla salute di chi le usa e di chi le subisce, dopo i metodi inventati dai tifosi per liberarsi del suono in maniera fai-da-te, ecco che ora Youtube decide di andare controcorrente.

Vi basterà aprire qualsiasi video di Youtube, infatti, per poter aggiungere quel tocco di Mondiale in più alla visione del video da voi scelto: tra le varie icone che appaiono ai piedi del video, infatti, è possibile vedere in questi giorni un'icona a forma di pallone da calcio. Una volta cliccata, ecco che il suono, o rumore a seconda dei gusti, della vuvuzela apparirà a fare da sottofondo ai vostri video.

Insomma, niente paura tifosi italiani: anche se la vostra squadra vi ha delusi e non avete più intenzione di seguire il Mondiale, potrete ancora sentire la vuvuzela quale eco di quei primi giorni di speranza in cui ancora credevate che l'Italia ce l'avrebbe fatta a replicare il successo di quattro anni fa…o quantomeno a non tornarsene a casa dopo neanche dieci giorni, umiliata come una qualunque squadretta da oratorio.

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