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Mondiali Sudafrica 2010: la cerimonia d’apertura tra danze e un tripudio di colori

Alle 14, ora italiana, hanno preso ufficialmente il via i Campionati Mondiali di Calcio. Una festa ricca di danze e musiche della terra d’Africa.
A cura di Paola Ciaramella
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Un tripudio di colori, le calde tonalità che caratterizzano la terra d’Africa. È stato questo l’elemento dominante della Cerimonia d’Apertura dei Mondiali di Calcio Sudafrica 2010, che ha preso il via alle 14 – ora italiana –, al Soccer City Stadium di Johannesburg.

La festa di oggi si è unita però a un grande dolore: stanotte, dopo il concerto inaugurale allo Stadio Orlando di Soweto, la pronipote 13enne di Nelson Mandela, Zenani Mandela, ha perso la vita in un tragico incidente stradale. Le migliaia di persone presenti al Soccer City Stadium, qualche ora fa, hanno reso omaggio al leader sudafricano con un lungo applauso, non appena la sua foto è apparsa sul maxi schermo.

All’evento hanno preso parte diverse autorità internazionali, tra cui il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-Moon, il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e l’attuale presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, tutti insieme per celebrare il primo Mondiale della storia nel continente africano.

Dopo l’esibizione di cinque aerei militari, che hanno sorvolato la platea, la cerimonia è entrata nel vivo con balli e musiche tradizionali, al ritmo delle “vuvuzelas”, le tipiche trombe utilizzate dai tifosi sudafricani durante le partite di calcio. Tra le performance, quella del sudafricano Hugh Masekela, tra i più noti trombettisti al mondo, e del cantante algerino Khaled. E poi l’omaggio a Miriam Makeba, regina del jazz e della world music, scomparsa due anni fa.

A completare il tutto, una suggestiva immagine dell’Africa, ricreata da tanti ritagli di stoffa colorata e racchiusa nell’enorme “pentola” del Soccer City Stadium. Ora la musica e le danze lasciano il posto a un altro spettacolo – la prima partita, tra i padroni di casa e il Messico, è già iniziata

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–, quello del calcio che unisce i popoli della terra.

Paola Ciaramella

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