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Mogol al Festival di Sanremo 2020: “Non ne so nulla, devo mantenere un ruolo super partes”

Giulio Repetti, in arte Mogol, storico paroliere di Lucio Battisti, fondatore del CET e attualmente Presidente della Siae, ha smentito una sua partecipazione al Festival di Sanremo 2020. Il suo nome era circolato nei giorni scorsi, ma lui nega sia mai stato contattato: “”Non ne so nulla e dovrei saperlo io per primo sinceramente”.
A cura di Redazione Music
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Mogol (LaPresse)
Mogol (LaPresse)

Nei giorni scorsi Blogo aveva scritto che oltre ad Amadeus un altro dei nomi papabili per formare la squadra del prossimo Festival di Sanremo avrebbe potuto essere Mogol, nome d'arte di Giulio Repetti, uno dei maggiori parolieri della storia del Paese, metà della coppia storica con Lucio Battisti, per cui ha scritto alcune delle canzoni più famose del cantante romano e attualmente Presidente della Siae, la Società Italiana degli Autori ed Editori, che si occupa della "protezione e dell'esercizio dell'intermediazione del diritto d'autore in Italia", succedendo a Filippo Sugar. Il paroliere, inoltre, è l'anima e fondatore del CET, l'associazione No profit nata con "lo scopo di valorizzare e qualificare principalmente nuovi professionisti della musica pop, persone sensibilizzate all'importanza della cultura popolare e alle esigenze etiche della comunicazione".

Mogol e il Festival di Sanremo 2020

In un'intervista al Tempo, però, il paroliere ha negato qualsiasi suo coinvolgimento nel progetto del prossimo Sanremo, quello che succederà al biennio Claudio Baglioni, spiegando che nessuno lo ha mai interpellato: "Non ne so nulla e dovrei saperlo io per primo sinceramente. Attualmente sono il presidente della Siae e devo mantenere un ruolo super partes". Mogol ha poi parlato di Battisti, ovviamente: "Non gli piacevano i provini che registrava con la sua voce – dice -. A me, invece, piacevano tanto. Lui, però, si sentiva prima di tutto un autore e all’inizio non voleva cantare le sue canzoni. Io ho insistito e per fortuna alla fine l’ho convinto".

La musica e la tecnologia

Infine il Presidente della Siae si è espresso anche sulla musica odierna e sulla sua fruizione. Come noto da qualche anno a questa parte il segmento più in crescita dell'industria è lo streaming, eppure Mogol dice che "la tecnologia sta uccidendo la cultura", frase arrivata dopo una riflessione su piattaforme digitali e diritto d'autore, aggiungendo: "La musica è ascoltata attraverso il web e quindi ha un pubblico prevalentemente giovane. Un tempo, invece, le canzoni le ascoltavano tutti. Oggi comanda Internet e fenomeni come Sfera Ebbasta sono pressoché sconosciuti agli adulti. Io ho scritto che la Rete serve a prendere i pesci. E non dobbiamo dimenticare che la democrazia esiste finché c’è meritocrazia"

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