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Miley Cyrus e Pamela Anderson sul palco tra (finti) topless e (vera) difesa degli animali

Pamela Anderson è stata l’ospite speciale dell’ultima tappa del tour di Miley Cyrus e assieme hanno manifestato per la difesa degli animali.
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Foto Getty
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Miley Cyrus e Pamela Anderson hanno condiviso il palco per l'ultimo concerto del ‘Milky Milky Milk Tour' che ha visto protagonista la popstar e la sua band, i Dead Petz. Un tour di cui si è molto parlato a causa delle solite provocazioni della ragazza che più volte si è presentata sul palco con sex toys e protesi a forma di seno che inizialmente qualcuno aveva preso per veri. A Los Angeles è andata in scena, quindi l'ultimo capitolo di questo tour che come al solito ha fatto parlare più per la scenografia che per la musica, ma ultimamente è una cosa solita non solo per l'ex star della Disney: l'uso del corpo e della provocazione come marketing di sé non l'ha inventato lei, anche se può vantarsi di averlo fatto diventare un fenomeno di costume. Insomma, nonostante le critiche per questo nuovo lavoro siano altalenanti la Cyrus riesce a stare sempre sulle prime pagine e questa volta lo fa, oltre, per lo show, anche per il messaggio che ha voluto lanciare con la modella.

Le due donne, infatti, si sono unite per denunciare uno dei temi che gli sono più cari, quello della difesa degli animali (che fa il pari con la difesa dei diritti LGBT di cui entrambe sono portavoce) e così al finto topless della Cyrus si è aggiunto il messaggio della Anderson che sulla gamba aveva scritto ‘No Captivity' (‘No alla cattività') e tra le mani aveva un cartello con scritto ‘Save The Whales' (‘Salvate le balene'), che faceva un certo effetto letto guardando la Cyrus vestita come un unicorno. Entrambe, tra l'altro, hanno anche partecipato alla campagna Viva Glam della MAC Cosmetics che raccoglieva fondi per l'HIV/AIDS.

A proposito della censura per il suo ultimo show, la cantante aveva postato una foto di lei travestita, come al solito, da unicorno con le protesi censurate e aveva scritto:

Ancora non riesco a credere che hanno censurato i miei finti seni

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