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“Michele Merlo avrebbe potuto salvarsi”, la superperizia accusa il medico di base

Nella superperizia disposta dal gip di Vicenza sulla morte di Michele Merlo si legge che se la leucemia fosse stata diagnosticata in tempo il cantante avrebbe avuto maggiori possibilità di salvarsi.
A cura di Francesco Raiola
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Michele Merlo avrebbe potuto salvarsi se solo la prima diagnosi fatta dal medico di base fosse stata corretta. Già quando, dopo qualche giorno, si recò all'ambulatorio di Continuità assistenziale di Vergato, dove pure non gli diagnosticarono la leucemia che causò l'emorragia cerebrale che lo portò alla morte, era troppo tardi e non avrebbe potuto salvarsi. Lo scrivono i periti interpellati dal gip di Vicenza per la superperizia sull'ex cantante di Amici scomparso il 6 giugno 2021 all'Ospedale di Bologna dove arrivò troppo tardi per essere salvato. Oggi il Corriere della Sera, infatti, riporta l'esito della perizia nell'ambito dell'inchiesta per omicidio colposo del medico di base Pantaleo Vitaliano che il 26 maggio dello scorso anno non comprese la gravità di quell'ematoma che provocava dolori a Merlo, mandandolo a casa e trattando il dolore come uno strappo.

Neanche il medico di Vergato, dove Merlo si reco qualche giorno dopo, se ne accorse, mandandolo a casa, questa volta con una cura per la tonsillite. Eppure sarebbe stato comunque troppo tardi per qualunque cura e per questo il medico è stato scagionato. Da un anno, ormai, la famiglia Merlo sta cercando di scoprire se con una diagnosi tempestiva il figlio si sarebbe potuto salvare: la perizia dice di sì, se il medico di base avesse capito che c'era qualcosa che non andava e avesse mandato il cantante a fare delle analisi del sangue, probabilmente la terapia sarebbe cominciata tempestivamente e le possibilità di salvarsi sarebbero state alte: "Qualora la terapia corretta fosse stata somministrata a partire dal 27-28 maggio (…) avrebbe avuto una probabilità di sopravvivenza compresa tra il 79 e l’87 per cento" hanno scritto i periti, come riporta sempre il Corriere.

Nonostante le alte possibilità di cui oggi scrivono i medici, però, è impossibile sapere con certezza quale sarebbe stato il decorso della malattia, se Merlo ce l'avrebbe fatta. Questo perché non ci sono effetti immediati per le cure contro la leucemia, quindi è impossibile, ex post, sapere a quali eventuali complicazioni sarebbe incorso il cantante, ed è in questa zona d'ombra che si gioca la partita tra le parti. Sarà il Gip Nicolò Gianesini a decidere se l'accusa di omicidio colposo al dottor Vitaliano potranno reggere a questa incertezza tra mancata diagnosi e morte di Merlo. Il medico di base si è difeso sempre dicendo che fu lo stesso Merlo a dirgli di aver preso una botta durante un trasloco.

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