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Michele Bravi: “L’omotransfobia non è un fatto archiviato, serve una legge”

Il sostegno alla legge contro l’omotransfobia sta riguardando sempre più esponenti del mondo della musica. Dopo che Elodie prima, Fedez dopo e Levante ancora, Michele Bravi si è pronunciato in merito: “si continua ad affrontare l’omotransfobia come un atto archiviato e risolto. E questo è pericoloso e imprudente”.
A cura di Andrea Parrella
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Michele Bravi (ph Clara Parmigiani)
Michele Bravi (ph Clara Parmigiani)

Il sostegno alla legge contro l'omotransfobia sta riguardando sempre più esponenti del mondo della musica. Dopo che Elodie prima, Fedez dopo e Levante ancora, altri artisti attraverso interviste e social dicono la loro sulla questione esprimendosi in modo chiaro e diretto. Ad esempio Michele Bravi, che in un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano Magazine ha detto:

Dover affermare la necessità di una legge che difenda da atti discriminatori e violenti è dire un’ovvietà. Eppure si continua ad affrontare l’omotransfobia come un atto archiviato e risolto. E questo è pericoloso e imprudente. Quando si parla di diritti umani non c’è un ‘più importante’ o un ‘meno importante’, esiste solo la speranza di chi affida nelle mani dello Stato la necessità di riconoscere una protezione alla propria libertà e quindi dar modo ad un disegno di legge di attuarsi concretamente senza interruzioni ingiustificate.

Queste parole provengono da Michele Bravi non a caso, se consideriamo che l'artista ha parlato del suo stesso coming out come qualcosa di inessenziale, di una non notizia, perché considera le etichette superate. In un'intervista di qualche tempo fa l'artista aveva raccontato: "Non ho bisogno di fare coming out perché nessun giovane si stupisce che mi sia innamorato di un ragazzo, e penso che nessuno dei miei coetanei si tirerebbe indietro se gli capitasse di provare un’emozione per una persona dello stesso sesso. È successo che mi sono innamorato. Una storia molto particolare con un ragazzo che fa il regista, molto diverso da me. È durata due anni ma, in termini di quello che succedeva tra noi, forse qualche giorno".

Quelle di Michele Bravi sono parole che si inseriscono nella scia di quanto dichiarato nei giorni scorsi da Elodie e Fedez, ma anche Levante e Mahmood. Una serie di prese di posizione in risposta a quanto affermato dagli esponenti della Lega ostili al ddl Zan, in particolare il senatore Simone Pillon, categoricamente ostile al disegno di legge contro l'omotransfobia.

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