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Michael Bublè sul cancro del figlio Noah: “Quando l’abbiamo saputo la mia vita è finita”

Quella con Michael Bublè è stata una puntata emozionante di Carpool Karaoke, il programma in cui James Corden canta in auto con gli ospiti. Il cantante, padre di Noah, bambino a cui a tre anni è stato diagnosticato un cancro ha parlato della malattia in una puntata speciale per raccogliere fondi per la ricerca, spiegando delle difficoltà di vivere questa situazione.
A cura di Redazione Music
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I primi dieci minuti del Carpool Karaoke di James Corden assieme a Michael Bublè sono come la maggior parte dei Carpool Karaoke di James Corden, ovvero leggeri, divertenti, interessanti, pieni di musica e risate, colpi di scena, situazioni paradossali. Sono quello che hanno reso il format una delle cose più gradevoli da guardare in video, dove la musica non suonata fa sempre fatica ad attrarre, riuscendo a mescolare, appunto, il cantato a una scrittura che sembra banale ma non lo è mai: ottimo Corden, montaggio perfetto, ospiti scelti sempre a puntino. È stato così anche per Bublè, almeno per i primi dieci minuti, appunto, poi il programma è virato verso quello che era l'argomento di questa puntata speciale, ovvero la maratona “Stand Up To Cancer” ("Scendiamo in campo contro il cancro") per raccogliere fondi per finanziare la ricerca sui tumori.

Il cancro del figlio Noah

Come è noto, il cantante ha un figlio, Noah, colpito da cancro al fegato all'età di tre anni: "È così dura doverci avere a che fare. Ovviamente avemmo la diagnosi e la mia vita è definitivamente finita" ha detto il cantante a Corden – padre di tre bambini -, che gli chiedeva di raccontargli cosa fosse successo. "All'inizio era come… è così tosta parlarne – si interrompe Bublè, visibilmente emozionato durante tutta l'intervista -. Ci dissero che le cose non erano buone e così l'abbiamo presa giorno per giorno" ha continuato, spiegando di come improvvisamente fosse coinvolta tutta la famiglia e ringraziando i medici che hanno curato il bambino.

Il vero supereroe

A proposito della famiglia e della moglie in particolare, l'autore di "Everything" ha spiegato che dopo un momento iniziale in cui si è fatto forza accollandosi sulle spalle tutto il peso, ha mollato: "Non stavo bene, quando tutto è cominciato sono diventato la forza, in qualche modo, per tenerci su, ma quando ne sono usciti e la chemio era finita non ce l'ho più fatta. Mia moglie mi sta raccogliendo da terra". Il figlio in questo momento sta bene ed la malattia è in remissione: "Adesso ha cinque anni e gli dico che Spiderman che entrambi amiamo, è fantastico, ma il suo personaggio non è reale. Tu sei il mio eroe, il mio supereroe".

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