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Michael Bublé e la prima canzone scritta col figlio Noah: “Ora sta molto bene”

A Fanpage.it Michael Bublé ha parlato del suo ultimo album Higher, della collaborazione con Paul McCartney, del figlio Noah, dei suoi miti e di Christmas.
A cura di Francesco Raiola
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Michael Bublé (ph Giulia Salvatori per Fanpage)
Michael Bublé (ph Giulia Salvatori per Fanpage)

Michael Bublé ci accoglie sorridenti in una sala dell'Hotel Parco dei Principi di Roma dove è con tutta la famiglia per partecipare alla registrazione del Tim Summer Hits dove per la prima volta ha cantato, dal vivo, Higher, la canzone – scritta grazie a un'intuizione del figlio Noah – che dà il titolo al suo ultimo album. Bublé è senza dubbio uno dei pochi artisti che appena pronuncia le prime parole crea intorno a sé un'atmosfera ben precisa, sia che si cimenti con brani inediti (sono tre in quest'album) sia che lo faccia con i grandi standard del songbook americano. In questo nuovo lavoro il cantante italo-canadese non solo ha voluto reinterpretare brani di Sam Cooke, Barry White, Bob Dylan, Willie Nelson e Paul McCartney, tra gli altri, ma con questi ultimi due ha anche materialmente collaborato visto che in "My Valentine" c'è la produzione dell'ex Beatles e in "Crazy" duetta direttamente con Willie Nelson. Sorridente, disponibile, Bublé ha parlato degli incontri coi suoi miti, della collaborazione col figlio Noah, di come si senta protagonista di una sorta di Jurassic Park musicale e della voglia di collaborare con Lady Gaga oltre che del suo album "Christmas" che lo ha reso un classico delle vacanze natalizie.

Come si crea un'atmosfera come quella di Higher?

Mi sono circondato di grandezza, onestamente, e le persone erano così entusiaste di fare musica allo stesso modo ero entusiasta io di fare musica. Ho chiesto del più grande produttore del mondo, Bob Rock, Greg Wells, ho chiesto a Paul McCartney di lavorare con me, Willie Nelson, Ryan Tedder, John Mayer, questi sono i miei artisti preferiti, che hanno la mia stessa passione e la mia stessa gioia e penso a quanto è stato elettrizzante che ogni giorno in studio, eravamo appena usciti dal Covid e tutti erano incerti su cosa fare ma tutti noi abbiamo provato, gioia nel creare, gioia nello stare insieme, gioia per il mondo che inizia a guarire. Ed è divertente, l'altro giorno ho scritto a Paul McCartney, lui è in tournée e avevo degli amici che erano andati a vedere il concerto e avevano amato quello spettacolo e la sua risposta è stata: "Siamo fortunati a poterlo fare". E sai che questa cosa è vera, l'ho amato, è una persona vera, lo pensa realmente, è un uomo fantastico, capisce quanto siamo fortunati e anche io mi sento fortunato.

Com'è stato lavorare con lui? E lavorare coi tuoi miti?

Riesci a immaginare come mi sono sentito? Ci ho pensato molto a questa cosa, sono stato così fortunato a lavorare con i miei eroi e i miei eroi hanno fiducia in me con la loro arte. Voglio dire, guardo indietro, ho un duetto postumo con Elvis Presley, quando Priscilla (la moglie di Elvis, ndr) mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto cantare con lui e siamo andati alla numero uno, anche se era morto, era un sogno per me. Van Morrison è stato forse l'artista più importante della mia vita e l'ho presentato nella Hall of fame per me questo è stato grandioso… mi sono dato un pizzicotto. Willie Nelson che è uno dei miei cantanti e scrittori preferiti di tutti i tempi, ovviamente Sir Paul McCartney, non posso crederci.

Soprattutto pensando da dove sei venuto, no?

È strano pensare a me stesso sempre come il ragazzo canadese che ha lavorato sul peschereccio di suo padre, quel ragazzo italo-canadese molto orgoglioso il cui nonno gli cantava le canzoni di Tony Bennett e Frank Sinatra e Dino (Dean Martin), Al Martino. Il mio sogno era solo quello di fare questo per vivere, che questo potesse essere il mio lavoro, non avrei mai pensato di poter realizzare questo sogno… Stavo parlando con Lady Gaga, io la amo e amo il fatto che lei è fatta allo stesso modo, siamo entrambi italiani, abbiamo una tale passione per il songbook, per gli artisti che sono venuti prima di noi, penso che non possa credere che possa continuare e non vedo l'ora di lavorare con lei, perché questo è il prossimo sogno.

Abbiamo parlato dei tuoi miti, ma in quest'album è accreditato anche tuo figlio, proprio in Higher. Ci racconti come è nata quella canzone?

Ero sotto la doccia con i bambini, gli stavo facendo lo shampoo, e mio figlio Noah mi dice "Papi, ho scritto una canzone: "When you go low, and I get higher, papapa (canta, ndr)" e dico "Ehi, ma è davvero bello" e comincio a cantarla sempre di più, fino a quando, settimane dopo, stavo lavorando con Ryan Tedder e ho detto Ryan ho un hook, cosa ne pensi, e in quaranta minuti è stato boom. È una grande canzone.

Parentesi: come sta Noah?

Sta bene, i bambini stanno bene, sono eccitati per la nuova sorellina che sta arrivando, non capiscono ancora bene, vedono la mamma giusto un po' più grossa e noi diciamo, no no, questa è la tua sorellina e loro non sono convintissimi (ride, ndr), ma sono così carini!

Un po' gelosi?

Beh, mia figlia dice "Sono la tua principessa", e io rispondo: "Sì, sei la mia principessa, ma sarà anche la mia principessa, siete le mie due principesse" e lei risponde "Sì, ma io resto la tua principessa".

Sono tanti quelli che si confrontano coi classici. Ma sono pochissimi quelli che riescono a farne un'arte a parte e a tramandarli. Che sensazione ti dà questa cosa?

Come si dice "proud" in italiano?

Orgoglioso.

Orgoglioso! Ecco come mi sento. Guarda, tutti noi ambiamo a essere speciali, tu sei un giornalista e non vuoi essere come tutti gli altri giornalisti, vuoi qualcosa che sia unico, solo tu sei tu e poni una domanda come solo tu sai fare e racconti quella storia come solo tu sai fare, perché viene dal tuo modo unico di vivere la vita, dall'esperienza che hai avuto, da come tua madre e tuo padre ti hanno amato, dalle cose belle e brutte che ti sono successe, e per me questo tipo di musica è ciò che mi fa sentire speciale, è ciò che mi fa sentire così unico. In tutta la mia vita gli altri bambini ascoltavano altre cose, anch'io lo facevo, ma questa musica mi prendeva completamente, la connessione con quella musica era così profonda e naturale e così ora quando salgo sul palco è come… so che suonerà strano, ma non so come tradurla in italiani, ma quando la gente viene allo stadio o all'arena per vedermi è come Jurassic Park.

Ovvero?

Dico questo perché se ci fosse un vero Jurassic Park dove tu potessi andare e vedere davvero qualcosa che è scomparso ed estinto da così tanto tempo e puoi davvero vederlo sarebbe così magico. E ogni notte migliaia di persone riempiono un'arena o un stadio e possono vedere qualcosa che non succede da una vita e non perché sto cercando di farlo, non è perché sto fingendo di essere questi cantanti, ma questo sono io e semplicemente succede qualcosa che è com'era un tempo e io lo porto e so che le persone entrano e quando escono dicono "Wow" e sono così orgoglioso. E comunque non per tornare a Gaga ma sono andato a vederla a Las Vegas e mi piace Lady Gaga, mi piacciono le canzoni pop ma sono andato a vedere lo spettacolo e sono uscito dallo spettacolo dicendo "Cazzo, sì". È di questo che sto parlando. Lei lo capisce, lo vive, lo incarna, lo rispetta.

Nelle tue interviste parli molto delle cose che ti divertono: corri e canti? Per divertimento. TikTok? Per divertimento. C'è qualcosa che non ti piace del tuo lavoro?

Sì.

Che cosa?

Odio le mie foto, odio scattare le mie foto. Non mi piace, mi sento molto insicuro e i fotografi dicono: "Ehi, fai il sorriso più sexy e io dico, non voglio fare il sorriso più sexy, vaffanculo", non so mai cosa a che fare con le mie mani.

È difficile avere problemi con la foto però se sei Michale Bublè, no?

Sono troppo brutto per fare queste foto, mi dicono tipo muoviti come se stessi ballando e io penso: "Mi stai prendendo in giro?". Insomma, se c'è qualcosa che non sopporto sono le foto. Ed è divertente perché guardo mia moglie e lei è il volto di L'Oreal e fa pubblicità con i suoi capelli e anche lei dice "Michael andiamo, non preoccuparti, sii naturale", ma se fossi così bello come è lei sarei nudo in questo momento, sul serio, sarei venuto a fare questa intervista nudo. (Si aggiusta la maglia, poi la giacca, ndr) Guardami, non so proprio cosa fare.

Siamo qui per Higher, ma non posso non chiederti di Christmas: riuscire a realizzare un album natalizio di successo, bello e amato in tutto il mondo è il sogno più o meno nascosto di chiunque, giusto?

La mia grande gioia che sono connesso a qualcosa di così bello in un mondo pieno di cinismo, tristezza, oscurità, sai che il nostro mondo sta diventando sempre più duro puoi immaginare quanto sia orgoglioso di poter essere parte di un momento che significa così tanto per così tante persone, è bellissimo. Ma sai una cosa, lo voglio per me, sto bene, amo il fatto che ogni anno venda e venda e mi suonano nelle loro case e io faccio parte della cena, e parte della serata, ma ormai sono dieci anni che ne parlo, la gente me lo chiedeva, va bene che tu me l'abbia chiesto ma davvero, sai cosa voglio da questo Natale? Che sia per me. Sono felice di farne parte con voi, ma voglio stare con i miei figli, non voglio andare qui o lì, voglio solo divertirmi con i miei figli perché è la mia vacanza preferita, Sono un cristiano davvero orgoglioso, mi piace poter diffondere la buona parola di Dio nell'universo senza essere insistente.

In che senso?

Per me è molto subdolo, non voglio che tu o chiunque altro pratichi la religione, non devo mai spingerti a praticare la religione, voglio guardare nella telecamera: "Pratica l'amore , perché questa è religione e in questo momento abbiamo solo bisogno di amore, compassione ed empatia, e tutto di noi ha così tanto potere (…). Perché voi, ragazzi, che amate la mia musica, se pensate che io sia brutto va bene, ma dentro di voi avete molta bontà, quindi diffondete l’amore e cambiate questo mondo perché avete un sacco di potere.

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