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Massimo Volume: “‘Il nuotatore’ ispirato a Cheever, aiutiamo la fantasia coi libri”

I Massimo Volume sono una delle rock band più importanti d’Italia. A sei anni di distanza da “Aspettando i barbari”, Egle Sommacal, Emidio Clementi e Vittoria Burattini sono tornati con il nuovo album “Il nuotatore” che prende il titolo da un celebre racconto di John Cheever e mantiene alcune delle caratteristiche della band.
A cura di Redazione Music
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Massimo Volume (ph Simone Cargnoni)
Massimo Volume (ph Simone Cargnoni)

Un giorno Neddy Merrill, ospite di un party a bordo piscina a casa di amici, decide di tornare a casa attraversando a nuoto – immergendosi nelle piscine che incontra – la Contea in cui vive: sarà un viaggio metaforico e temporale attraverso una linea d'ombra rivisitata che si concluderà, dopo un temporale, con una casa in disfacimento. La storia di Merrill è quella di uno dei racconti più famosi di sempre, "Il nuotatore", scritto dallo scrittore americano John Cheever e diventato titolo dell'ultimo album – e della title track – dei Massimo Volume, band storica del rock italiano, formata da Egle Sommacal, Emidio Clementi e Vittoria Burattini che ha pubblicato il suo sesto album in oltre 20 anni di carriera: "Tra i titoli possibili, che erano un po' quelli delle canzoni che avevamo, ‘Il nuotatore' ci sembrava quello più evocativo, poi c'è quella metafora dell'acqua, dell'elemento oltre a quella maniera di conoscenza, il nuoto è un modo per entrare in contatto con l'elemento estraneo, ci sembrava interessante. È un racconto di Cheever che negli anni ho riletto più di una volta, mi piace anche questa idea della realtà, di sottofondi della realtà, non sempre leggibile".

Come nascono i protagonisti de Il nuotatore

I Massimo Volume, band seminale e fondamentale per il post rock italiano, hanno uno dei propri punti di forza nei testi che risentono dell'amore per la Letteratura del cantante che ci spiega come sono nati i personaggi di questo nuovo lavoro: "I personaggi del disco ce ne sono letterari, altri presi dalla realtà, alcuni storici; parto anche lì da un limite, dal fatto che l'immaginazione è sempre uno strumento un po' fiacco in me e allora preferisco prendere qua e là, da una fotografia, da qualcun altro che l'ha immaginato, da un libro o da un film, quello che non riesco a trovare con l'immaginazione poi per prendere anche delle strade in cui includere l'immaginazione, ma mi serve una base solida".

Massimo Volume: una carriera lunga 25 anni

I fan hanno dovuto aspettare sei anni per vedere il seguito di "Aspettando i barbari", uscito, appunto, nel 2013: "Finito il tour di ‘Aspettando i barbari' era in programma di fare un disco nuovo, poi è arrivato un momento, un paio di anni fa, in cui ci siamo ritrovati con l'idea – eravamo rimasti in tre – che prima o poi sarebbe arrivato un quarto elemento anche per la scrittura e alla fine abbiamo finito il disco e siamo andati in sala di registrazione in tre" racconta la band a margine del loro concerto di Milano: "Massimo Volume è un progetto che accompagna le nostre vite da 25 anni, ha sempre questo ruolo di polo catalizzatore, alla fine risulta naturale che ci si ritrovi e ci si chieda ‘Facciamo un altro disco?', da lì in poi si valuta se abbiamo delle idee, c'è sempre un periodo in cui non siamo sempre così sicuri, sempre con l'ipotesi che non abbiamo più niente da dire'.

Il legame tra il parlato di Clementi e il rap

Forse meno noti al grande pubblico di band coetanee, i Massimo Volume sono da sempre caratterizzati oltre che dalla spinta post-rock, anche dall'ormai caratteristico parlato di Clementi che oggi lo vede un po' come antesignano di quello che è il rap: "Una riflessione qualche anno fa l'ho fatta, perché noi passiamo per il gruppo più difficile proprio per l'assenza di cantato, invece vedo che il rap, trap e hip hop – di cui sono fruitrici le mie figlie -, utilizzano, alla fine, lo stesso stile, più ritmato e ritmico: la differenza che rende forse più spendibile un gruppo rap rispetto a noi è nel flow, nella ritmica e nel fatto che le parole oltre a essere in rima, qualche volta sono anche a ritmo e questo secondo me fa la grossa differenza" spiega Clementi a cui si aggiunge la Burattini che specifica: "È anche vero che i gruppi rap paralleli a noi ci sono sempre stati: ‘Stanze' (1993) più o meno è uscito nello stesso anno in cui fu pubblicato ‘SxM' dei Sangue Misto che per me è un capolavoro, abbiamo anche suonato insieme a Cesena, ci conosciamo, ed è vero che gli italiani sulla parola ci hanno sempre lavorato".

Il tour a solo e con i Giardini di Mirò

La band è in giro per finire il tour de Il nuotatore di cui sono rimaste due tappe che si terranno l'11 aprile al Teatro Toniolo di Mestre (VE) e il 13 al Teatro Miela di Trieste, ma hanno anche annunciato un mini tour speciale che li vedrà al fianco di un'altra band storica del rock italiano, ovvero i Giardini di Mirò. Il tour partirà il 25 giugno dal Teatro Romano di Verona, per poi sbarcare il giorno dopo (26 giugno) al Castello Sforzesco di Milano e terminare il 7 luglio a Roma a Villa Ada.

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