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Marracash: “Il rap è stata una rivoluzione, mi sento un fratello maggiore per la nuova scena”

Marracash ha svelato la prima line-up del suo Marrageddon, il prossimo 23 e 30 settembre a Milano e Napoli. L’intervista al rapper di Noi, Loro e Gli altri qui.
A cura di Vincenzo Nasto
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Marracash (foto di Andrea Bianchera)
Marracash (foto di Andrea Bianchera)

Dopo l'annuncio dello scorso 10 dicembre, Marracash ha svelato la prima line-up del suo Marrageddon, il primo festival di un rap italiano: Salmo, Fabri Fibra, Shiva e Paky saranno gli headliner che Marracash ha voluto sul palco di casa sua, a Milano, il 23 settembre. Una settimana dopo, a Napoli, invece, saranno presenti Lazza, Geolier, Madame, ma soprattutto Santeria. Il joint album di Guè e Marracash del 2016 ritornerà di nuovo in live, questa volta all'Ippodromo di Agnano. Una scelta che ha acceso la curiosità dei fan, come quella degli unici due appuntamenti in live nel 2023 per vedere Marracash: un indizio su cosa accadrà nel 2024? Qui l'intervista a Marracash.

Lo scorso 10 dicembre annunciavi Marrageddon, il primo festival di un artista rap italiano. La prima domanda è: perché in questo momento? Credi che ormai il pubblico italiano sia pronto per uno spettacolo rap del genere?

I tempi sono maturi. Non è solo il primo festival di un rapper italiano, ma è anche il primo festival rap "non ibrido" in questo paese da anni. Era il momento giusto per celebrare il percorso che l'hip hop ha fatto in Italia negli ultimi anni, una sorta di rivoluzione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, dai concerti nei palazzetti a San Siro, dalla targa Tenco al Festival di Sanremo. Dobbiamo celebrare questa corsa con una festa con tutti i protagonisti di questo cambiamento.

Perché hai pensato a Milano e Napoli?

Sono le due città protagoniste del cambiamento, con le scene che amo di più in Italia. Milano è capitale della musica, ma anche Napoli ha una scena molto forte e creativa: sta vivendo un periodo molto fortunato. Poi volevo una città del nord e una del sud e Milano e Napoli mi sembravano le più appropriate.

Riguardo a Napoli, quanto sei legato musicalmente alla città, non solo per le tue collaborazioni recenti, ma anche storiche come quelle con i Co'Sang "Triste ma vero", "Noi no", "Nun me parlà e strada"?

Con Napoli ho un rapporto strettissimo: è una città che amo e mi ha mostrato tanto calore quando sono venuto a suonare qui.

Line up ancora ufficiose, ma che vedono i più giovani rappresentanti della scena urban: senti come stessi accompagnando verso il successo questa nuova generazione con cui hai collaborato? 

Mi piace pensarlo: mi piace l'idea che alla fine, io e il mio team, siamo riusciti ad organizzare questa cosa. Mi piace l'idea di essere un fratello maggiore per i ragazzi più piccoli, è un ruolo che mi è capitato in passato anche senza volerlo. Ci saranno anche artisti più giovani che ancora non abbiamo annunciato.

Ci sono due cose dell'annuncio che accenderanno la curiosità di tutti: la prima è sicuramente il fatto che le due date saranno l'unica occasione per vederti live. Sarai occupato a fare altro nel frattempo? 

Stai parlando di un disco segreto? Non lo verrei mica a dire a te (ride). Comunque no, mi voglio concentrare su questi due appuntamenti, per poi magari fare un tour bello corposo nel 2024, questo sì con un nuovo disco.

Ma anche l'argomento Santeria con Gué: rispetto allo spettacolo live 2016/2017 cosa potremmo trovare di nuovo? Un nuovo episodio magari? 

Un nuovo episodio di Santeria piacerebbe farlo a entrambi, ma non credo che accadrà nel breve termine, anche perché dovremmo riuscire a incastrarlo e sarebbe abbastanza difficile adesso. Sicuramente non prima di queste due date. Invece vogliamo celebrare questo evento storico per il rap italiano, il tour del 2016, in una nuova data e una location che sarà, a suo modo, epica.

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