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Marianne Mirage in lizza per il David con The Place: “Una canzone sulla mancanza”

Con “The Place”, colonna sonora dell’omonimo film di Paolo Genovese, Marianne Mirage è nella cinquina finale dei David di Donatello come Miglior Canzone Originale.
A cura di Francesco Raiola
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Marianne Mirage
Marianne Mirage

Tra gli artisti che concorreranno, questa sera, alla conquista del David di Donatello nella categoria Miglior Canzone Originale c'è anche Marianne Mirage, autrice di "The Place", canzone che prende il nome dal film omonimo di Paolo Genovese (le cui musiche sono state tutte fatte su misura dalla Sugar) uscito lo scorso ottobre al cinema. Del brano, scritto dalla stessa Marianne Mirage, dagli STAG di Marco Guazzone e da Matteo Curallo che è anche il produttore e è stato anche tratto un video, girato dallo stesso Genovese utilizzando pezzi del film. E proprio del rapporto tra film e canzone ci ha parlato la cantante che si è soffermata sulla sensazione di mancanza che colpisce i protagonisti della pellicola.

Ovviamente non ci si aspetta mai niente, però un po’ ci speravi nella cinquina della Miglior Canzone Originale ai David di Donatello?

Innanzitutto essere tra i cinque finalisti vuol dire già aver vinto perché è un grandissimo onore, un sogno che si realizza e a prescindere da come vada mi sento già vincitrice, anche perché non avrei mai pensato, nella mia vita, di essere nominata, quindi automaticamente la candidatura è stata una grande vittoria.

Come è nato l’incontro con Paolo Genovese?

Ho conosciuto Genovese a Sanremo l'anno scorso, lui era rimasto affascinato dalle mie canzoni e mi ha detto che gli sarebbe piaciuto lavorare assieme, così un giorno mi ha chiamato dicendomi che aveva un film molto piccolo – perché all'epoca, infatti, doveva essere un film molto piccolo poi ha cominciato a raccontarmi che c'erano tantissimi attori e infatti è diventato quello che è diventato -. Mi ha fatto leggere la sceneggiatura ed era stupenda.

Molto teatrale, tra l'altro…

Sì, è teatrale perché è tutto ambientato in un bar, un luogo perfetto per quell'ambientazione.

Mi pare una canzone su una fine: raccontami un po’ la genesi del pezzo.

Guarda io personalmente l'ho dedicato a una persona che non c'è più, parla di una mancanza, anche perché tutti i personaggi di questo film perdono loro stessi alla ricerca di qualcosa e quindi ho voluto scrivere questa canzone parlando dell'anima, di quello che una persona è disposta a fare per ottenere quello che vuole, e quando si perde, quando si sacrifica troppo per cercarsi, si perde la propria anima e infatti nel pezzo si dice "Have You Seen My Soul?". Un'anima che sta correndo da sola e questi personaggi li ho visti un po' così, che corrono alla ricerca del niente e che poi, invece, ci rendiamo conto che stanno cercando qualcosa ma non sanno neanche bene se quella cosa che cercavano gli serviva veramente.

Nella vita non scrivo canzoni ma mi pongo il problema se è più complesso lavorare avendo uno schema, un'idea data su cui scrivere, come avviene probabilmente quando si scrive per il Cinema: a te è venuta in mente partendo dall'idea della mancanza e la trasli su un'esperienza, o comunque una tua sensazione… Come variano per te le varie tipologie di scrittura?

È molto complicato perché quando si scrive una canzone per un film ti arriva la sceneggiatura, la leggi, ma ancora non hai delle immagini, solo le parole. Però la cosa bella è che nelle parole c'è scritta già la canzone, per cui ho selezionato le immagini attraverso le parole che mi interessavano di più e poi leggendo tutta la sceneggiatura avevi delle scene: era sera, stava piovendo e attraverso quello immaginavo, per dire, la tonalità e se leggo pioggia e notte la scelgo minore. Mi sono lasciata un po' emozionare e guidare dalla sceneggiatura. Tra l'altro Genovese non mi ha neanche fatto vedere il film finito con la canzone, ma ho avuto la sorpresa quando l'abbiamo presentato al Festival di Roma dove l'ho ascoltata nel film per la prima volta e ho pianto a dirotto mentre la canzone andava sui titoli di coda.

Ma con lui ti sei confrontata mentre scrivevi?

Ti dico la verità, lui voleva sempre che gliela facessi sentire, ma io ho preferito fargliela sentire solo finita. Credo che questa cosa, alla fine, l'abbia anche ingolosito perché era rimasto affascinato dal modo di lavorare: è come quando provi a vedere un film partendo da due scene, non si capisce, lo devi far vedere tutto.

È la tua prima canzone in inglese, giusto?

Sì, è la mia prima canzone inglese pubblicata, anche se io live faccio sempre tantissime cover, quindi sono molto affezionata a quelle canzoni, ma questa è la prima canzone in inglese che ho fatto uscire.

È una strada che percorrerai?

Si sa che a me piace molto cambiare lingua e infatti nel mio primo disco, "Quelli come me", c'erano due canzoni in francese. Adesso, dopo questa canzone, è probabile che ce ne sia un'altra. Devo dire che non è facile per il mercato italiano, anche perché siamo molto esterofili ma solo sulla musica importata e non esportata, quindi è complicato imporsi con quella lingua, perché rimaniamo un Paese a cui piace l'italiano, siamo affezionati alle parole e vogliamo capire quello che stiamo cantando e in parte mi pare anche bello. Vediamo, sto scrivendo il disco nuovo dove sicuramente ci sarà il francese, però magari…

Il tuo rapporto col Cinema, tra l’altro, non nasce adesso, giusto?

Per me la Musica è, era e sarà sempre. Io mi lascio molto guidare dai film, dalle sceneggiature, per scrivere le canzoni, è come un attore che entra nei panni di un personaggio nuovo, anche perché in realtà tutte le canzoni che scrivo le vivo come può fare un attore, ma è la musica che mi guida e anzi, attraverso il canto riesco a esprimere tutto quello che sono.

Però hai fatto qualche provino, quindi neanche per divertimento?

No, no, mi diverto solo a scrivere. Anzi, ho cominciato a suonare la tromba. Ho avuto l'idea di cambiare strumento, perché quando cambi strumento c'è un nuovo modo di scrivere le canzoni, sono molto concentrata sulla musica.

Come mai la tromba?

Perché sono innamorata di Chet Baker, amo tutto di lui, le sue canzoni, la sua voce e in particolare "My Funny Valentine" è la mia preferita, nonché la prima che ho imparato a suonare con la tromba. In più c'è questo carattere soul che vorrei dare nel nuovo disco e quindi pensavo che la tromba fosse il trait d'union.

E giustamente invece di chiamare un trombettista, meglio imparare a suonarla.

[Ride] Tra l'altro è complicatissimo e la cosa che mi sta divertendo è che è un allenamento quasi per cantante perché devi gestire il fiato, l'intonazione e così si scoprono sempre cose nuove quando impari  studiare uno strumento.

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