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Marco Mengoni si muove sempre più da popstar: dai concerti negli stadi alle posizioni sui diritti

Marco Mengoni si è confermato, nei mesi scorsi, ancora una volta come una delle popstar italiane più credibili, grazie anche al tour negli stadi.
A cura di Francesco Raiola
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Marco Mengoni (ph Francesco Prandoni)
Marco Mengoni (ph Francesco Prandoni)

Non sono molte quelle che possiamo definire popstar in Italia, ma possiamo dire, senza dubbio, che una di queste è Marco Mengoni. Ogni volta che appare su un palco, infatti, il cantante conferma una crescita costante e l'ultimo tour negli stadi ne è una chiara dimostrazione. In effetti sarebbero già bastate le esibizioni al festival di Sanremo, quella all'Eurovision, ma anche le clip che hanno girato non poco sui social del duetto con Elodie in Pazza musica per vedere chiaramente come ci si costruisce una reputazione oltre i dischi, oltre la voce, oltre le canzoni. Eppure i concerti sono l'essenza dell'artista che mostra la sua arte non solo con la voce e le parole ma anche con il corpo, è il momento in cui si riannoda il filo coi fan e si sente addosso l'emozione. Ma soprattutto un grande artista è colui che riesce a far provare emozioni a chi lo ascolta, non per forza ai soli fan.

E Mengoni in questo ha pochi pari, come ha dimostrato anche con Due vite a Sanremo. Quest'anno ha deciso di suonare negli stadi, luoghi ampi, dispersivi, in cui la maggior parte del pubblico, quello delle curve, dei distinti e delle tribune è lontano dal palco e dall'artista, ma cercare di annullare questa distanza e dare l'impressione di essere quasi sul palco con lui è uno dei compiti dei cantanti che scelgono questa opzione. Riuscire a coinvolgere tutti è uno degli obiettivi, è il bello e il brutto di uno stadio, rispetto a un club, dove senti il fiato addosso di tutto il tuo pubblico. Come molti, ormai, Mengoni ha scelto un tour che privilegia i successi della propria carriera, cercando comunque di inserire anche qualche canzone da Materia Prisma, il terzo capitolo del suo percorso "Materia", composto ance dai primi due "Terra" e "Pelle".

Marco Mengoni in concerto (ph Francesco Prandoni)
Marco Mengoni in concerto (ph Francesco Prandoni)

La distanza, dicevamo: uno dei grossi problemi delle location da decine di migliaia di persone, quelle che in pochi possono veramente permetterseli, con capienze ampie e sold out reali. Mengoni può, ha costruito un catalogo tale da avere già tante hit e anche pezzi meno noti amatissimi dai suoi fan, ma soprattutto quello che il cantante ha è la capacità di stare sul palco. È una cosa che era già evidente quando calcò, esordiente, il palco di X Factor, lasciando tutti a bocca aperta per la sua capacità di muoversi, trasformarsi, creare già un'iconografia molto chiara e nello stadio riesce a tenere comunque il pubblico a sé. Se il problema, all'epoca, era riuscire a confermarsi nel tempo, oggi che c'è riuscito la sfida è cercare di alzare l'asticella.

In questi anni l'ha fatto, il progetto Materia ha segnato un punto importante nella propria carriera, ora è interessante capire dove guarderà per il futuro prossimo a livello musicale. Per quanto riguarda, invece, l'aspetto live, Mengoni ha dimostrato di esserci, di avere piena consapevolezza di sé, della propria musica e dei propri fan che, infatti, non sono rimasti delusi. È uno dei pochi che può permettersi produzioni così importanti con la certezza di portarla a casa (e non è facile, nel mondo discografico e dei live di oggi), ma soprattutto è a un livello in cui può cercare di tenere sotto controllo un po' tutto, a partire dalle scenografie fino al proprio outfit (sì, in un live conta anche quello). Può vincere Sanremo, ben figurare all'Eurovision, pubblicare un album e poco dopo giocarsi il titolo di tormentone dell'anno, fare gli stadi, chiudere con un Circo Massimo, poi scomparire per un po', con la certezza che i fan saranno lì ad aspettarlo.

Marco Mengoni in concerto (ph Francesco Prandoni)
Marco Mengoni in concerto (ph Francesco Prandoni)

La sfida resta sempre quella di riuscire a confermarsi, in un momento in cui gli ascolti per la sua generazione e quella precedente latitano, fagocitati da un urban più adolescenziale e immediato e da testi sempre meno conscious. E forse è proprio questa una delle sfide che Mengoni potrebbe abbracciare con maggiore forza prossimamente: tentare un approccio più "sociale", come ha fatto per quanto riguarda le sue piccole battaglie sui diritti civili, alfiere da tempo delle libertà individuali e di collettività, come ha mostrato portando sul palco dell'Eurovision Song Contest della bandiera arcobaleno, perché una popstar – per come la si intende parlando di Mengoni -, oggi come oggi, difficilmente può fingere di non vedere il mondo che gli gira attorno.

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