Mahmood e il razzismo: “Ho dovuto vincere Sanremo per sentirmi straniero nel mio Paese”
Dopo la vittoria al Festival di Sanremo Mahmood si è ritrovato a confrontarsi con quello che fino a quel momento non aveva praticamente mai dovuto affrontare, ovvero commenti razzisti. Il cantante milanese, infatti, ha sempre dichiarato di essere cresciuto in una comunità multietnica che non gli ha mai fatto pesare in alcun modo le sue origini egiziane che pure non ha mai rinnegato, anzi, spesso sono parte fondante di alcune delle sue canzoni, come si può ascoltare nel suo album d'esordio "Gioventù bruciata" in cui parla, tra le altre cose, di suo padre, dei suoi fratelli e delle sue origini, ma sempre all'interno di un discorso generale, di racconto della vita.
La svolta dopo Sanremo
Sanremo è stato un po' il punto di svolta, in ogni senso, da una parte a livello musicale, rendendolo popolare come non mai ("Un paio di settimane fa ho preso anche un tram, ma Milano è diversa rispetto ad altre città è abbastanza discreta, poi c'è sempre chi ti riconosce" ha raccontato qualche giorno fa a Fanpage) e dall'altra perché la notorietà porta anche un'attenzione maggiore, non solo da parte dei fan. Si sono spese tante parole, spesso inutili, talvolta polemiche, poco musicali e più volte Mahmood – che rappresenterà l'Italia al prossimo Eurovision Song Contest – ha detto, spiegato, specificato.
Le parole a Floris
Lo ha fatto anche durante un'intervista data a Giovanni Floris che lo ha intervistato per il suo "L'aria che tira" a cui il cantante ha spiegato di non aver mai subito razzismo da piccolo: "Dopo la vittoria di Sanremo ho ricevuto commenti razzisti, penso che non debbano esserci queste differenze al giorno d'oggi. Sono cresciuto in una generazione mista, alle elementari c'erano il cinese, il russo, una generazione mista, appunto, la mia generazione è cresciuta con la mente aperta. Sono arrivato a 26 anni, però, dopo la vittoria al festival, per sentirmi straniero nel mio Paese".