L’ultimo saluto a Milva, Rita Pavone: “Sarebbe bello ricordare qualcuno quando è ancora in vita”

Si è tenuta al Piccolo teatro Strehler di Milano la camera ardente per salutare Milva, l'artista scomparsa lo scorso 24 aprile a causa delle conseguenze di una malattia neurologica e degenerativa. Nonostante le sue condizioni fossero note, la sua scomparsa ha colpito il mondo della musica che ha voluto ricordare una presenza fondamentale per la sua storia, per la capacità di unire un lato colto a quello più popolare, Strehler, appunto, al Festival di Sanremo. Benché la famiglia abbia scelto di tenere i funerali in forma privata, ha comunque voltuo far sì che i fan e gli amici potessero darle un ultimo saluto in uno dei luoghi simbolici della sua vita.
Le parole della figlia di Milva
E sono stati tanti – compreso il sindaco di Milano Beppe Sala – quelli che si sono messi in fila fuori al teatro, mantenendo le distanze, per quanto possibile, così come previsto dalle norme anti Covid. Martina Corgnati, la figlia della cantante, nonché stimata critica d'arte, ha voluto salutare e ringraziare tutti quelli che hanno avuto un pensiero per la madre: "Vi racconto una frase che diceva sempre e che la rappresenta: ‘Prima muoio, poi interrompo lo spettacolo' – ha detto -. Non era una musicista, era un’interprete, aveva una capacità interpretativa di una versatilità unica, non c’è un’altra cantante che ha saputo muoversi dalla Scala a Sanremo interpretando i palcoscenici con la massima potenza possibile" ha sottolineato proprio per spiegare cos'è che la rendeva unica nel panorama.
Il ricordo di Rita Pavone
Ritiratasi dalle scene nel 2010, le condizioni sono andate man mano peggiorando a causa di quella che la figlia ha definito in un'intervista al Corriere "una stanchezza atavica". Tra coloro che sono intervenute per salutare la cantante c'era anche Rita Pavone che ha anche polemizzato un po' con chi la ricorda solo ora: "Una professionista unica, bava, moderna. Aveva carattere. Secondo me quando si ha carattere e talento bisognerebbe riuscire ad apprezzarlo quando si è vivi. La gente ha una memoria labile, invece è bello ricordarlo quanto uno è ancora in vita".