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La figlia di Milva: “Mia madre morta per una malattia neurologica, il Covid non c’entra”

Milva è morta a causa di una “malattia neurologica e degenerativa che non era però Alzheimer” e non per Covid e nulla che fosse ad esso legato, come ha spiegato la figlia della cantante Martina Corgnati in un’intervista al Corriere della Sera. Nonostante la malattia “riusciva comunque a capire e a gioire”.
A cura di Redazione Music
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Milva è morta a causa di una "malattia neurologica e degenerativa che non era però Alzheimer" e non per Covid e nulla che fosse ad esso legato, come ha spiegato la figlia della cantante Martina Corgnati in un'intervista al Corriere della Sera. La cantante, una delle nostre più grandi voci e interpreti, infatti, soffriva da tempo, e dal 2010 si era definitivamente ritirata dalle scene, centellinando anche, pian piano che passavano gli anni le apparizioni pubbliche, che in queste ore stanno invadendo i social, per ricordarne la grandezza.

Una stanchezza atavica

Oltre ai tantissimi ricordi da parte dei colleghi, degli amici e delle Istituzioni, con articoli anche sulla stampa internazionale, è stata la figlia Martina a voler parlare della madre, in un'intervista in cui dice che probabilmente la malattia che l'ha colpita è anche dovuta a una vita intensa e piena, e a quella che definisce "una stanchezza atavica". Ma nonostante la malattia l'abbia portata negli anni a non pochi problemi fisici – problemi a cui aveva accennato anche quando annunciò il ritiro dalle scene, parlando di dolori e di una magia che era più replicabile -, la figlia spiega che la cantante "riusciva comunque a capire e a gioire".

Il paragone con Mina e le sue paure

Al Corriere Martina Corgnati ha ricordato la sua lunga amicizia con artisti come Franco Battiato ed Enzo Jannacci, a cui si deve la canzone "La rossa", del paragone con Mina, che la donna definisce "insuperabile", ma spiegando che la forza della madre era il riuscire a essere camaleontica: "Eccelleva in tutti i ruoli grazie alla sua curiosità. Una crescita favorita anche dalla collaborazione con mio padre, Maurizio Corgnati". Corgnati ricorda anche qual era la paura principale della madre, ovvero "non essere all’altezza del ruolo. La vera storia, su libretto di Calvino con musiche di Berio, che interpretò alla Scala, fu per lei un piacere ma anche molta fatica"

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