Lucio Dalla e il 4 marzo indimenticabile
Sanremo 1972, Lucio Dalla è alla quarta volta a Sanremo con un brano dedicato ad un senzatetto realmente esistito. E' Piazza Grande. E si apre così la serata evento in memoria del cantautore bolognese, Gianni Morandi apre con Vita, canzone scritta e interpretata proprio con l'amico di una vita. La sua voce è rotta, commossa. Non passa nemmeno troppo tempo che già si capisce che lui è ancora in mezzo a noi, basta vedere quanta gente c'è, quasi centomila ad applaudire.
Quando entra Renato Zero è un colpo all'anima. Il signore della canzone italiana si esibisce in una misurata versione de L'anno che verrà, duettando proprio con Morandi, ed impressiona quando si lancia nello scat alla Lucio. Poi canta Lu, canzone che ha dedicato proprio a lui, "il mio applauso a te" recita la canzone. L'universo di Lucio è tutto in piazza, i suoi amici, quelli di vecchia data e quelli più giovani come Marco Mengoni. C'è il Bologna, c'è Iskra Menarini, la sua storica corista, che si esibiscono in una quasi comica Attenti al lupo.
Lo spettacolo è stato privo di momenti statici, coinvolgente in ogni suo momento, soprattutto per quella che è stata la prima parte. Anche quando fa storcere il muso nel sentire alcuni artisti non proprio "in parte" con i pezzi assegnati, il tributo tiene bene. E' troppo facile, in questo senso, prendersela con il solo Gigi D'Alessio per aver cantato una Disperato Erotico Stomp che forse sarebbe stato meglio non toccare affatto. La verità è che risulta difficile muovere delle critiche ad un tributo realizzato con l'amore per l'uomo, l'artista, la guida. Lucio romanziere, Lucio guascone, Lucio amante ed amato. Marco Alemanno dall'alto della Basilica di San Petronio a recitare Tutta la vita e gli storici brani di Roversi.
Una menzione speciale a Samuele Bersani che, con profondo rispetto, ha interpretato Canzone, scritta da lui e musicata da Lucio Dalla. Lui è uno di quelli che più di tutti ha sentito l'assenza dell'artista bolognese, uno di quelli che viene da Via Pescherie Vecchie, una di quelle strade di Bologna che parla sempre e solo di lui. Marco Mengoni si conferma un perfomer eccellente. La sua Meri Luis (contenuta anche nell'ultimo album pubblicato da Lucio prima di morire, Questo è amore, è eccezionale.
Le storture, ribadisco, ci sono state. Come quelle di alcuni interpreti che sono apparsi, spudoratamente si faccia attenzione, imposti dalle major. Del resto il pubblico, nella sua sincerità, è stato sovrano anche in questo caso. A quanti sono apparsi forzati e messi lì, la Piazza Grande di Lucio, non ha risparmiato fischi. Sul complesso dell'evento, la speranza è che adesso ogni 4 marzo si possa andare a Bologna, quasi in pellegrinaggio, per una grandissima serata di festa. Evviva Lucio.