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Loredana Bertè: “Anch’io vittima di un bastardo che mi ha violentato e massacrato di botte”

È sul palco di Palmi che la cantante ha lanciato un appello, raccontando di essere parte di quelle vittime che hanno subito una violenza in passato: “Io stessa massacrata di notte e lasciata su una strada del ca**o”, racconta. “Ogni sei ore un femminicidio. Ho ho smesso di tacere. IO NON SONO CARNE”.
A cura di Giulia Turco
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Anche Loredana Bertè si unisce al grido ‘Io non sono carne’ in sostegno delle vittime di femminicidio e di violenze, in seguito allo stupro di Palermo e di Napoli. È sul palco di Palmi, in occasione della festa popolare che si tiene in provincia di Reggio Calabria, che la cantante ha lanciato un appello, raccontando di essere parte di quelle vittime che hanno subito una violenza in passato.

Loredana Bertè si unisce al grido Io non sono carne

Io stessa sono stata vittima di un bastardo, che mi ha violentato, massacrata di botte e lasciata su una strada del ca**o, a Torino”, ha raccontato Loredana Bertè nel corso della serata conclusiva per le celebrazioni per la Varia di Palmi. Solo un accenno ad un episodio durissimo, vissuto all’età di 16 anni, che l’ha segnata per sempre, solo per ricordare che i femminicidi sono una brutta storia che continua a ripetersi, inesorabilmente. “Ogni sei ore un femminicidio, per non parlare poi di abusi, quali Palermo. Per questo ho smesso di tacere. IO NON SONO CARNE”, ha gridato ripetendo più volte quello che è diventato un hashtag, un urlo di appello anche sui social, in seguito ai recenti fatti di cronaca.

Il racconto della violenza di Loredana Bertè

Nel 2021, ospite a Verissimo da Silvia Toffanin, Loredana Bertè ha raccontato pubblicamente l’episodio di violenza che ha segnato la sua adolescenza prima e la sua intera vita poi. In quell’occasione presenta il suo album dal titolo Manifesto e il brano ‘Ho smesso di tacere’ scritto per lei da Luciano Ligabue. Quando l’ho cantata piangevo perché la sento in maniera personale: ho alle spalle un’esperienza c he mi è capitata a 16 anni e di quella violenza ancora porto i segni, perché non si finisce mai di portarli”, aveva raccontato. Presto è subentrata la paura di denunciare, così ha aspettato. "E allora denunci anni dopo come ho fatto io. Prima mi vergognavo e invece si sarebbe dovuto vergognare quel figlio di p… che mi ha violentata e massacrata di botte. Il mio messaggio è: denunciate immediatamente, al primo schiaffo". 

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