L’indagine su Brian Molko dei Placebo per vilipendio a Giorgia Meloni diventa un caso internazionale
Le accuse per vilipendio delle Istituzioni contro Brian Molko, cantante dei Placebo, che davanti alle 10 mila persone del Sonic Park festival in Stupinigi ha definito la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Pezzo di me*da, fascista, razzista" aggiungendo anche un "Vaffan*ulo" finale, è diventato un caso ripreso da tante testate internazionali. Il cantante, che durante lo stesso concerto, avrebbe tenuto un discorso a favore della comunità LGBTQI+ e le famiglie omogenitoriali, aveva espresso il suo fastidio contro la Presidente senza mezzi termini, con i video che sono diventati virali sui social.
Come noto, già quella sera i carabinieri avevano segnalato il caso al pubblico ministero del ‘turno urgenze' della procura del capoluogo piemontese e successivamente è scattata l'indagine per Vilipendio che punisce "chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la Corte Costituzionale o l'Ordine giudiziario" come si legge nell'art. 290 del Codice Penale. per adesso non c'è stata alcuna risposta ufficiale da parte della band britannica che dovrebbe tornare a suonare in Italia il prossimo 1 agosto, per un concerto allo stadio di Sassari.
Variety, che descrive FdI come un partito che "ha radici neofasciste e guida il governo di coalizione più a destra d'Italia dalla seconda guerra mondiale" e che "ha ottenuto la vittoria lo scorso settembre cavalcando politiche anti-immigrazione e piani per limitare i diritti LGBTQ" scrive che la ricaduta più significativa per Molko e la band "è probabilmente che ora c'è un rifiuto politico contro il loro prossimo concerto italiano previsto per il 1 agosto nella città di Sassari, in Sardegna". La rivista americana riprende la richiesta di un consigliere comunale di cancellare l'esibizione prevista.
Anche il Guardian riprende la notizia definendo il Governo Meloni come il più a destra dalla seconda Guerra Mondiale a oggi, così come fa anche la rivista musicale britannica NME. Insomma, l'indagine contro un artista fa il giro del mondo e porta la questione su un piano superiore. Il Guardian, quindi, Variety, NME, ma anche giornali di settore come The Fader, portali come Yahoo e tabloid come il Daily Mail che ha provato a sentire i PM torinesi che hanno preferito non commentare.