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“Ligabue chieda scusa”: i Giovani Avvocati criticano il testo de “Il muro del suono”

L’Unione dei Giovani Avvocati critica Ligabue per l’immagine che dà della categoria nella canzone “Muro del suono”, contenuta in “Mondovisione”. Gli avvocati chiedono una spiegazione dal rocker, da cui, per ora, non arriva risposta.
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Impegnatissimo nel suo "Mondovisione Tour", chissà cosa ne pensa Ligabue della critica che gli ha rivolto l'Unione dei Giovani avvocati che si sono sentiti feriti dal testo de "Il muro del suono", uno dei pezzi contenuti nell'ultimo album del cantante "Mondovisione", che ha dato una svolta ai testi sociali e politici del cantante. Non lo nasconde affatto il cantante, il quale, anzi, sottolinea questo suo disagio di fronte alla politica e alla società italiana anche in concerto, quando in sovraimpressione sui maxi schermi appaiono frasi di pensatori importanti della storia che riguardano il potere. E la Giustizia è uno dei tasti che il Liga tocca proprio nel pezzo, dove canta: ""La giustizia che aspetti è uguale per tutti ma le sentenze sono un pelo in ritardo / avvocati che alzano il calice al cielo sentendosi Dio". Un attacco a un processo o a un sistema generale non è dato saperlo, quello che si sa è che gli avvocati non l'hanno presa bene.

"Nelle ultime settimane siamo stati sommersi dalle richieste di intervento dei Colleghi di tutta Italia in ordine al brano ‘Il muro del Suono', all'interno dell'album ‘Mondovisione' del cantante Sig. Luciano Ligabue, in cui appare filtrare una rappresentazione della figura dell'avvocato, a nostro parere, demagogica e non collimante con la realtà", scrivono in una nota in cui si prendono ad esempio proprio quelle due frasi. Non è che Liga abbia tutti i torti visto che non è sbagliato affermare che la giustizia "dia il suo responso in maniera fin troppo ritardataria è un dato oggettivo ed incontrovertibile, ma che – come appare si faccia trapelare dal brano – gli avvocati brindino a ciò, forse secondo il popolare mantra per cui ‘causa che pende rende', è assunto che i Giovani Avvocati respingono con fermezza. Nondimeno nessuno di noi ovviamente si sente vicino a qualsivoglia divinità, né in linea generale, né tantomeno per la motivazione che sembra filtrare dal brano che è riproposto con molta frequenza sui media e ovviamente anche durante i concerti in tutta Italia".

Insomma Ligabue avrebbe esagerato. Due strofe in un album intero sono bastate comunque affinché gli avvocati chiedessero delle scuse ufficiali al cantante, una spiegazione, almeno, che chiarisse che l'intento non era quello inteso dalla maggior parte di loro. Chissà Ligabue come si comporterà, per ora non pare ci siano state comunicazioni ufficiali.

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