L’Egitto vuole cancellare il concerto di Travis Scott alle Piramidi di Giza, ma per ora è confermato
Solo una settimana fa, l'annuncio su Instagram da parte del rapper statunitense Travis Scott del suo nuovo album Utopia, aveva acceso la curiosità del pubblico in merito alla location per la presentazione del progetto. Se per Astroworld, il suo ultimo album del 2018, l'autore aveva deciso di ricreare un parco giochi nel suo stato d'origine, il Texas, questa volta la scelta era ricaduta su una delle sette meraviglie del mondo antico: le piramidi di Giza, in Egitto. Il 28 luglio, la data indicata da Travis Scott per la presentazione di Utopia in terra egiziana si sta avvicinando, ma sembrano esserci dei problemi d'organizzazione, culminati nella dichiarazione del Sindacato dei musicisti egiziani, nelle parole del portavoce ufficiale del Dr. Mohamed Abdullah.
Le vendite per lo spettacolo alle Piramidi di Giza, programmato per il prossimo 28 luglio, sono volate via in soli 30 minuti, un sold-out annunciato, anche legato all'attesa di un progetto durata cinque anni. Il successo dell'iniziativa ha acuito le divergenze con il Sindacato dei musicisti egiziani, che nelle scorse ore, dalle parole del portavoce ufficiale del Dr. Mohamed Abdullah, ha espresso la contrarietà all'evento: "Riguardo al concerto programmato per il 28 luglio presso l'area delle Piramidi a Giza dal rapper americano Travis Scott, il Musicians' Syndicate, come ente preposto al rilascio delle licenze per concerti di musica e canto in Egitto, in coordinamento con il Ministero della Cultura egiziano, sottolinea la necessità di considerare gli aspetti di sicurezza e ottenere le autorizzazioni delle autorità competenti come una priorità assoluta quando si organizzano concerti. Questo per garantire la sicurezza e la protezione del pubblico".
Solo lo scorso mese, Travis Scott e gli organizzatori del festival Astroworld, in cui hanno perso la vita 10 persone nel 2021 per errori logistici sulla sicurezza del pubblico, erano stati esulati da conseguenze penali. Non è solo la sicurezza il termine posto nella contesa da parte del Sindacato dei musicisti egiziani, che hanno sottolineato quanto debba esser tutelata la salvaguardia dei costumi e delle tradizione del popolo egiziano: "Il nostro sindacato rifiuta qualsiasi manomissione dei valori sociali, dei costumi e delle tradizioni dell'Egitto e del mondo arabo. Dopo aver esaminato le opinioni e i feedback dei social media, nonché le notizie che circolano sui motori di ricerca e sulle piattaforme dei social media, che includevano immagini e informazioni autenticate sui rituali peculiari eseguiti dalla star durante la sua esibizione, contraddicendo i nostri autentici valori e tradizioni sociali, il presidente del Sindacato e il consiglio di amministrazione hanno deciso di annullare la licenza rilasciata per ospitare questo tipo di concerti, che va contro l'identità culturale del popolo egiziano".
Non è ancora chiaro se il Sindacato dei musicisti egiziani abbia l'autorità sui permessi per l'esibizione di Travis Scott alle Piramidi di Giza, anche se come ha sottolineato il Los Angeles Times, nel 2017 venne vietata l'esibizione alla band indie-rock libanese Mashrou' Leila, dopo che un membro del pubblico ha sventolato una bandiera arcobaleno durante l'esibizione al Cairo nel 2017. Per adesso, il promotore del concerto Live Nation, in una dichiarazione pubblica al portale statunitense Pitchfork, ha rassicurato i fan: "Non ci sono state modifiche allo spettacolo di Travis Scott in Egitto; ogni segnalazione contraria è falsa. Non vediamo l'ora di celebrare Utopia in Egitto!". Si attendono nei prossimi giorni aggiornamenti da parte dell'autore.