Le ultime ore di Amy Winehouse tra solitudine, foto e vodka
Howard Sounes è un famoso giornalista inglese che ha scritto una delle biografie di riferimento su Bob Dylan. In questi giorni esce in Inghilterra con una nuova biografia che farà senza dubbio discutere. Il libro si chiama ‘Amy, 27’ ed ha come protagonista Amy Winehouse, morta due anni fa a 27 anni, età non nuova agli amanti della cabala e del rock&roll. Se n'è discusso tanto nei giorni immediatamente successivi a quel giorno fatidico e Sounes ha deciso di specificarlo anche nel titolo del suo libro. Oggi, il Daily Mail ha pubblicato un estratto del libro che parla proprio di questo e delle ultime ore della vita della cantante di "Back to Black", oltre ai suoi rapporti con la droga e soprattutto con l'alcol che è stato il motivo della sua morte. Una morte che in un'intervista di qualche settimana fa al Guardian il fratello della cantante attribuiva anche alla bulimia che da tempo affliggeva la sorella.
Nell'estratto del giornale inglese si legge di come ultimamente le visite della dottoressa Christina Romete fossero diventate routine. Quando un giorno di luglio andò a visitarla si accorse che dopo due settimane di sobrietà la cantante aveva ripreso a bere. Aveva cominciato di mercoledì e la dottoressa era passata venerdì 22. Una situazione, come le spiegava la dottoressa, di pericolo visto il coma etilico in cui era caduta solo due mesi prima, che se fosse continuata l'avrebbe portata alla morte. Consiglio che, come sappiamo Amy non seguì. La Winehouse rimase sola in casa tutta la giornata, come spesso capitava, con la sola eccezione della presenza del suo bodyguard Andrew Morris. Chattava, mandava sms e telefonava agli amici, per non sentirsi sola, continua il giornalista. Furono diverse le telefonate fatte e ricevute, alcune delle quali rimasero senza risposta, come quelle del fidanzato regista Reg Traviss, il quale pur se non nuovo a queste non risposte si preoccupò. Decise di andare a trovarla, ma ci ripensò, perché, ha detto, non voleva svegliarla nella notte. La Winehouse rimase, quindi, a guardare foto sue online.
Unico aspetto strano negli ultimi giorni di vita della cantante, come dichiarò Morris. Alle 3 e mezza mando un messaggio a un'amica, senza, però, rispondere a quello del fidanzato: "Ormai stava bevendo ininterrottamente dal mattino". In quei minuti andò a vomitare in bagno, cosa non strana per lei. Ma fu l'ultima cosa che si sappia di lei. Il mattino seguente la guardia del corpo la trovò morta nel letto con tre bottiglie di vodka vuote sul comodino e il tasso di alcol nel sangue pari a 5 volte la media.
Una vita distrutta dall'alcol, dalla fama e forse dalla separazione dei suoi che la portarono a cedere presto alla bulimia e all'autodistruzione. I rapporti difficili con la madre, che in un'intervista in occasione dell'inaugurazione della mostra dedicata alla figlia dal Jewish Museum di Camden, ha dichiarato che sapeva che la figlia non sarebbe mai arrivata ai trenta come pure la stessa Winehouse sospettava. I rapporti col padre, invece, si ripresero dopo che lui si era allontanato quando lei era piccola, senza scomparire del tutto, ma tornando in maniera più assidua nella sua vita dopo il successo. Un padre, racconta il libro, che inizialmente non si rende conto della gravità dei problemi di alcol che stava passando la figlia.
Intanto tra interviste esclusive, mostre e libri in uscita mancano pochi giorni al 23 luglio, anniversario della morte di una dei talenti e delle voci più cristallini di questi ultimi anni.