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Le canzoni di Giorgio Gaber raccontano ancora il presente grazie a “Far finta di essere sani”

Giorgio Gaber parla ancora oggi, le sue canzoni continuano a raccontare il presente e per dimostrarlo la Fondazione a lui dedicata ha dato il via a “Far finta di essere sani”. Il format, ideato da Lorenzo Luporini, nipote dell’artista ha come obiettivo quello di unire uno dei più grandi intellettuali del Paese con una cultura destinata ai giovani.
A cura di Francesco Raiola
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Giorgio Gaber (©girella/lapresse)
Giorgio Gaber (©girella/lapresse)

Giorgio Gaber parla ancora oggi, le sue canzoni continuano a raccontare il presente e per dimostrarlo la Fondazione a lui dedicata ha dato il via a "Far finta di essere sani". Il format, ideato da Lorenzo Luporini, nipote dell'artista e divulgatore nelle scuole italiane, ha come obiettivo quello di unire uno dei più grandi intellettuali del Paese con una cultura destinata ai giovani e per farlo si servirà di alcuni ospiti e soprattutto delle canzoni di Gaber.

"In un contesto di relazioni complesse, di incontri di persona ancora del tutto precari, Lorenzo incontra alcuni artisti, attori e protagonisti della scena contemporanea, per proporre a ciascuno una riflessione su uno dei brani dell’immenso repertorio del Signor G e più in generale sulla cultura oggi destinata ai giovani" si legge nella nota stampa che spiega come i vari ospiti sceglieranno una canzone di Gaber per riflettere appunto sull'attualità.

Dopo la prima puntata con Elio Biffi, voce e tastiere dei Pinguini Tattici Nucleari, che ha scelto come tema di riflessione da cui partire il brano "Quando sarò capace di amare" per la seconda puntata – di cui Fanpage vi mostra un'anteprima in esclusiva – il protagonista è Michelangelo Mercuri, meglio conosciuto come  N.A.I.P., polistrumentista che si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie all’ultima edizione di X-Factor.

L'artista ha scelto "I borghesi" come brano da cui far partire la sua chiacchierata con Luporini: "Ho scelto questo brano perché lo trovo più che mai attuale. Si parla dell’imborghesimento e delle classi sociali, molto definite negli anni ’60 e ’70 ma che, a mio parere, sono riemerse nuovamente durante la pandemia che stiamo attraversando. Ascoltando il brano mi sono inoltre reso conto di alcune  somiglianze linguistiche col racconto che faccio io nelle mie canzoni. Ascoltare Gaber per i giovani di oggi può voler dire trovare un secondo padre” continua N.A.I.P., “sono tanti i padri che uno coltiva nel corso della propria vita e che diventano maestri appunto, persone che ti fanno capire meglio delle cose".

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