L’assassino di John Lennon resta in prigione, Yoko Ono dice no alla scarcerazione di Mark Chapman
Resterà in prigione Mark David Chapman, l'omicida di John Lennon che l'8 dicembre 1980 assassinò l'ex Beatle nel mero intento di avere attenzione mediatica. Chapman, oggi 65enne, era stato condannato alla reclusione da un minimo di 20 anni al massimo dell'ergastolo. La commissione chiamata a decidere se ha diritto alla libertà vigilata ha stabilito che dovrà restare ancora nel carcere di Wende, vicino a Buffalo, New York. Si tratta dell'undicesima volta che gli viene negata la scarcerazione: ora dovrà aspettare altri due anni prima di richiedere nuovamente la libertà condizionale.
Decisivo il parere di Yoko Ono
Secondo quanto dichiarato dal suo avvocato Jonas Herbsman, la decisione della commissione sarebbe stata influenzata dal parere di Yoko Ono, vedova di Lennon e madre di suo figlio Sean, che negli anni si è sempre opposta alla liberazione di Chapman, con numerose lettere. L'artista giapponese era presente al fianco di Lennon quando il cantante di "Imagine" venne assassinato, a soli 40 anni.
L'omicidio di John Lennon
La morte dell'artista britannico è una delle vicende più drammaticamente assurde nella storia del rock. L'omicidio avvenne davanti al palazzo The Dakota in Central Park, la residenza di New York dove John e Yoko vivevano. Chapman era un'ex guardia giurata con trascorsi di tossicodipendenza e un'ossessione fanatica verso il cantante. Addirittura, 18 mesi prima del delitto, aveva sposato una donna di origine giapponese perché gli ricordava la Ono, Gloria Hiroko Abe, che è tuttora sua moglie. Convinto che Lennon avesse tradito gli ideali della loro generazione, decise di "punirlo". Quando la coppia uscì di casa quell'8 dicembre, Chapman chiese addirittura a Lennon un'autografo e un fotografo li immortalò in uno scatto. L'assassino aspettò i due artisti, che rientrarono alcune ore dopo, ed esplose cinque colpi di pistola contro il cantante. Non fuggì ma rimase sul posto a leggere il romanzo "Il giovane Holden", altra sua ossessione personale, sino all'arrivo della polizia, e si dichiarò colpevole di omicidio di secondo grado.