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L’assassino di John Lennon definisce il suo gesto spregevole: “Meritavo la pena di morte”

Mark David Chapman, l’uomo che sparò e uccise  John Lennon, è tornato a parlare dell’omicidio del 1980, definendo il suo atto “spregevole” e dicendo che avrebbe meritato la pena di morte. Le parole dell’uomo, che attese l’ex Beatles fuori la sua casa di Manhattan prima di spararli e ucciderlo, si è detto ancora una volta pentito.
A cura di Redazione Music
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Photo by Luiz Alberto/Keystone/Getty Images
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Mark David Chapman, l'uomo che sparò e uccise John Lennon, è tornato a parlare dell'omicidio del 1980, definendo il suo atto "spregevole" e dicendo che avrebbe meritato la pena di morte. Le parole dell'uomo, che attese l'ex Beatles fuori la sua casa di Manhattan prima di spararli e ucciderlo, si è detto ancora una volta pentito per quello che ha fatto, come si legge nei documenti del della commissione per la libertà vigilata che per l'undicesima volta ha negato all'uomo la libertà vigilata, appunto. Un rifiuto che continua in maniera perpetua per l'uomo che oggi ha 65 anni e continua a parlare del suo rimorso.

Le parole per Yoko Ono

"L'ho ucciso perché lui era veramente, veramente, veramente famoso e quella è l0unica ragione per cui l'ho fatto e io stavo veramente,  veramente, veramente, veramente, cercando un motivo di vanto. Sono stato molto egoista" si legge nelle trascrizioni degli atti in cui Chapman, che attese per ore il cantante e la moglie Yoko Ono fuori dallo stabile in cui vivevano e che oggi definisce il suo gesto "raccapricciante". Negli atti si leggono anche parole indirizzate all'artista Yoko Ono, con l'uomo che parla del male enorme che le ha inflitto: "Vorrei che lei sapesse che lei conosceva suo marito come nessun altro e sapeva che uomo stupendo era. Io no".

La morte di John Lennon

Era l'8 dicembre quando John Lennon e Yoko Ono stavano tornando a casa: Chapman era lì ad aspettarli, dopo che il giorno prima aveva avvicinato i due per chiedere al cantante un autografo sulla sua copia di "Double Fantasy", l'album pubblicato solo poche settimane prima, era il 17 novembre, e sarebbe rimasto l'ultimo per l'ex Beatles: "Fu molto gentile con me quel giorno" aveva ricordato il suo assassino che è condannato a una pensa che va da 20 anni all'ergastolo: "Non merito nulla, all'epoca meritavo la pena di morte. Quando organizzi coscientemente l'omicidio di qualcuno, sai che è sbagliato ma lo fai comunque per te stesso, ci vuole la pena di morte. L'uomo potrà richiedere la libertà vigilata nell'agosto del 2022.

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